CineRoma: gli anni ’50 capitanati da Alberto Sordi e Vittorio Gassman

Il cinema è emozione. Un’emozione che può nascere da un dialogo, da un gesto, da una musica, o ancora più nello specifico da un legame fra due persone, un rapporto ritrovato, l’epica di un’impresa, un’ultima avventura insieme o il racconto di una storica rivalità. Ecco, tutto questo noi tifosi lo ritroviamo anche nel calcio, con la nostra Roma. E quando due cose belle si uniscono, diventano ancora più emozionanti. Con questa rubrica infatti vi parleremo della Roma all’interno del cinema nostrano e non, analizzando il film, in che modo viene inserita all’interno della sceneggiatura e allo stesso tempo punteremo uno specchio sulla situazione della squadra in quel periodo.

ANNI 50

Nel cinema siamo dopo il tramonto del neorealismo, in un clima di restaurazione politica post guerra. Si comincia a vedere la strada della commedia all’italiana in maniera più definita. È anche il decennio che fa sbocciare molti talenti: Fellini, Monicelli, Manfredi, Gassman. In America escono “Gioventù Bruciata” e “Cantando sotto la Pioggia”, noi rispondiamo con “I soliti ignoti” e “I vitelloni”. Poi sempre negli USA esce “Vacanze Romane” e capiamo che vogliono stare tutti dove stiamo noi. In questo decennio chi ha portato la Roma nel cinema con battute che tutt’ora ci fanno ancora ridere non poteva che non essere Alberto Sordi.

Cominciamo proprio all’inizio, nel 1953 con “Un Giorno in Preturadove Albertone interpreta Nando Mericoni in un episodio del film. Tanto piacque quel personaggio al regista Steno che due anni dopo divenne protagonista in “Un Americano a Roma” dove raggiunse la sua massima popolarità (precisiamo che Albertone reinterpretò il personaggio di Nando per una terza volta nel ’75 in “Di che segno sei?”). Tornando a noi, Nando Mericoni (Sordi) verrà condannato a 3 mesi di carcere dal giudice laziale interpretato da Peppino De Filippo. Alla fine del film vedremo il giudice allo stadio a tifare la squadra sbagliata durante il derby. Nella stessa fila c’è anche Nando Mericoni a tifare Roma. Nando si sposta mentre segue la partita fino a sbattere contro Peppino De Filippo. I due finiranno a mettersi le mani addosso con Sordi che lo obbligherà a gridare “Forza Roma”.

Passano cinque anni, Sordi appare in tantissime pellicole tra cui “Arrivano i Dollari” e “Il Conte Max. Diretto da Nanni Loy esce nel 1957 “Il Marito”, commedia che si tiene interamente sulle gambe di Albertone. È proprio in questo film che l’attore Romano consacra la nostra Roma nel cinema, regalando battute che tutt’ora utilizziamo, per sfottò e non. Capirai poi, dette da lui assumono un valore doppio. Rivolto ai Laziali Alberto grida quel “A zozzi profughi, ma do annate” che ancora echeggia qui nei giorni nostri.

Il nostro protagonista è costretto a rimanere in casa, perdendosi tra le tante cose, la possibilità di seguire la Roma in un derby. Esilarante anche quando cerca di sentire di nascosto la radio sotto al cuscino mentre sente un concerto casalingo. Più di ogni altra cosa però, c’è quel momento dove urla un “Forza Roma, sempre Forza Roma” che fa bene al cuore ogni volta che lo si ascolta.

Sempre Nanni Loy utilizzerà la Roma per la prima volta come elemento importante ai fini della trama due anni dopo in “ L’Audace colpo dei Soliti Ignoti” . La banda di criminali Romani infatti, per poter fare un colpo a Milano, sfrutteranno la partita Milan – Roma come alibi per prendere il treno ed andare nella città Lombarda. Memorabile la scena dove il commissario chiede a Vittorio Gassman la cronaca della partita cercando di fargli cadere l’alibi. Gassman risponderà in maniera brillante, sorprendendo le forze dell’ordine che lo lasceranno andare.

Nel frattempo sul campo:

Gli anni 50 della A.S. Roma segnano l’unica volta (per fortuna) nella sua storia una retrocessione in serie B. Infatti nell’annata 50-51, dopo tantissimi cambi in panchina fatti in un anno solo, nel finale la vittoria del Padova, diretta avversaria per la permanenza in Serie A, condannò la Roma alla sua prima retrocessione in Serie B. L’anno dopo, in un’annata rocambolesca, la Roma si gioca la qualificazione punto su punto contro il Brescia. Si gioca di catenaccio pesante con Gipo Viani in panchina e Carlo Galli a guidare l’attacco. Con un solo punto di vantaggio sugli avversari, Il 22 giugno del 1952 la Roma torna in serie A restandoci fino ad oggi (e si spera per sempre).

Gli anni ’50 furono gli anni di Da Costa, il cecchino dei derby, e soprattutto di core de Roma Giacomino Losi, 386 presenze in giallorosso, secondo solo a Francesco Totti. Dal punto di vista dei risultati, invece, praticamente nulla di ricordare: si alternarono ottime annate, come quella del terzo posto del 1954-1955, e stagioni fallimentari, come quella della sfiorata retrocessione del 1956-1957.

Si chiude il decennio con L’arrivo di “Piedone” Manfredini ed una partita a sua modo storica, Roma-Santos 2-3. Storica perché la Roma affrontò Pelè, uno così, de passaggio.

Pedro Manfredini

Prossimamente il continuo con “CineRoma: gli anni ’60 e ’70 portano ‘na cravatta sola

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