CineRoma: gli anni ’60 e ’70 portano ‘na cravatta sola

Il cinema è emozione. Un’emozione che può nascere da un dialogo, da un gesto, da una musica, o ancora più nello specifico da un legame fra due persone, un rapporto ritrovato, l’epicità di un’impresa, un’ultima avventura insieme o il racconto di una storica rivalità . Ecco, tutto questo noi tifosi lo ritroviamo anche nel calcio, con la nostra Roma. E quando due cose belle si uniscono, diventano ancora più emozionanti. Con questa rubrica infatti vi parleremo della Roma all’interno del cinema nostrano e non, analizzando il film, in che modo viene inserita all’interno della sceneggiatura e allo stesso tempo punteremo uno specchio sulla situazione della squadra in quel periodo.

ANNI 60

Gli anni ’60 sono stati il decennio del boom economico italiano. A livello sociale, disoccupazione, povertà ed analfabetismo andavano scomparendo.
Nel cinema dominavano i grandi registi di quei decenni. Esce “La Dolce vita” e Cinecittà è il centro della produzione cinematografica mondiale insieme ad Hollywood. Nel 1963, mentre uscivano i primi James Bond da noi arrivava nelle sale “I Mostri diretto da Dino Risi. Un film ad episodi con Gassman e Tognazzi dove il regista mette a nudo i difetti e i vizi dell’Italiano medio. Tra i tanti episodi pungenti (come quello del cieco, svolto all’EUR), ce né uno con la nostra Roma: Un baraccato romano (Gassman), padre di una famiglia numerosa e indigente, si dispera per le condizioni economiche in cui versa e che non gli consentono nemmeno di provvedere alle cure di un figlio malato. Appena fuori dal tugurio però spende gli ultimi spiccioli rimasti per recarsi allo stadio e tifare per la sua squadra del cuore, la Roma. Anche se amaro e triste, la conclusione dell’episodio con quel tifo sfegatato di Vittorio non può non farci ridere, pensando a quante volte ci siamo trovati al suo posto. Più o meno.

Nel frattempo sul campo:

Gli anni 60 segnano la vittoria della famosa Coppa delle Fiere nella stagione 1960-1961 (una specie di Champions conclusa negli anni ’70). Doppia sfida col Birmingham City: dopo aver pareggiato 2-2 in trasferta, la Lupa vinse allo stadio Olimpico per 2-0. A questo successo seguì la conquista di due Coppe Italia: l’edizione 1963-1964 contro il Torino. In quegli anni Roma si trovò infatti sull’orlo del fallimento, il deficit era arrivato ad un tale punto da vedere la società impossibilitata a pagare gli stipendi. durante gli allenamenti l’allenatore ex Lazio Juan Carlos Lorenzo dichiarò polemicamente ai tifosi che la società non aveva neanche i soldi per pagare la trasferta: i sostenitori capitolini, spinti dall’allenatore, decisero quindi di organizzare una colletta che si svolse al Teatro Sistina.

Coppa delle Fiere

Cosi il capitano Giacomo Losi passò per la platea con un secchio a raccogliere i soldi dei tifosi. Scena surreale a pensarci oggi. Nel 1968-1969 battendo il Cagliari, la Roma vinse un altra Coppa Italia grazie anche all’innesco di Capello e Taccola. Proprio quest’ultimo fu però colto da un malore all’interno degli spogliatoi, nel giro di pochi minuti entrò in coma e morì improvvisamente: le cause della morte del calciatore rimansero avvolte nel mistero. Comunque poi la Roma riuscì ad alzare il trofeo contro la squadra sarda che l’anno dopo vincerà lo scudetto. Per chiudere il decennio, perchè noi non ci siamo mai fatti mancare nulla, la Roma uscì in semifinale dalla Coppa delle Fiere al sorteggio con la monetina, dopo aver pareggiato andata e ritorno.

ANNI 70

Gli anni di piombo. Mentre l’Italia se la vede con il terrorismo e le rivoluzioni, il cinema scopre i colori. Torna Albertone come prima punta in questo nostra rubrica, e lo fa sia da interprete che da regista: “Finché c’è guerra c’è Speranza, 1974. Sordi racconta di mercante d’armi che s’è arricchito col commercio, spesso illecito. Proverà a cambiare tenore di vita, trovandosi davanti a delle difficoltà dettate dal consumismo sfrenato che va oltre i valori morali. In una scena del film Sordi inganna una guardia all’aeroporto Francese con l’abbonamento vitalizio della Tribuna Tevere, spacciandosi per un medico:Association Sanitaire Rom, Departmon de Rom, Forza Roma.

Due anni dopo invece, nel 1976, abbiamo una coppia di film coinvolti. Uno di questi è “Squadra Antiscippo” con il grande Tomas Milian (che ci tornerà utile nel prossimo decennio). In una scena del film, l’ispettore Nico Giraldi si trova in missione allo stadio Olimpico, proprio durante il derby Lazio-Roma. Scena che ci piace a metà, visto che si vede un gol di Chinaglia a favore ovviamente della Lazio.

L’altro film invece non ha un grandissimo riferimento Romanista, nessuno stadio, nessun derby, eppure è entrata nel cuore di tantissimi tifosi giallorossi e non, vista l’importanza che questo cult ha acquisito negli anni. Stiamo parlando di “Febbre da Cavallo dove nelle scene iniziali Er Pomanta (Montesano) fa una scommessa con Manzotin (Ennio Antonelli), chiedendogli di che colore ha la cravatta coprendola. Il resto è Storia.

Nel frattempo sul campo:

Questo decennio per la Roma fu buio quanto lo fu per la situazione sociopolitica del paese. Fu il famoso periodo della Rometta. La Roma di quei tempi non aveva aspirazioni, si muoveva in posizioni di classifica medio-basse, era composta da giocatori in erba o da vecchie glorie avviate sul viale del tramonto. Marchini nella stagione 1970-1971 vendette i “Tre gioielli” Luciano Spinosi, Fabio Capello e Fausto Landini, alla Juventus. L’onorevole Marchini poi dovette cedere la presidenza a Gaetano Anzalone, imprenditore edilizio.

Da segnalare la vittoria della Coppa Anglo-Italiana 1972 conquistata il 24 giugno nella finale unica, giocata allo stadio Olimpico di Roma, in cui i Lupi sconfissero il Blackpool per 3-1. La rivalità con la Lazio, che si apprestava a vincere il primo scudetto della sua storia l’anno successivo, spinse Anzalone ad investire: formò una rosa che comprendeva fra gli altri Domenghini, ala destra del Cagliari, e Pierino Prati, ovviamente ribattezzato Pierino la peste. Scopigno (l’allenatore) durò solo sei giornate, poi arrivò il barone Liedholm.

un Giovane Di Bartolomei

L’anno dopo grazie anche al contributo di Agostino Di Bartolomei proveniente dal vivaio, conquistò il terzo posto in campionato. la squadra necessitava di un centravanti: la scelta ricadde su Roberto Pruzzo del Genoa, e per arrivare al ligure si dovette tuttavia sacrificare l’ala Bruno Conti, che venne pertanto ceduto ai Rossoblu.

Il momento peggiore di quegli anni si concretizzò proprio nella stagione 1978-1979, quando la Roma rischiò la retrocessione in Serie B, salvandosi con un pareggio all’ultima giornata. La stagione successiva Anzalone decide di passare la mano:

Dino Viola

la Magica fu quindi rilevata dall’ingegner Dino Viola, che di lì a poco riuscirà a trasformare completamente la squadra. Per soddisfare le richieste di Liedholm venne acquistato Carlo Ancelotti e ritornò Bruno Conti dal Genoa. Nel corso della stagione la squadra riuscì ad esprimersi a livelli tanto alti da ambire alla testa della classifica, ottenendo però alla fine un settimo posto ma vincendo anche la terza Coppa Italia della storia giallorossa.

Prossimamente il continuo con “CineRoma: gli anni ’80, il decennio Giallorosso 

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