Dopo la sconfitta di Bergamo, la Roma si è trovata di fronte a un trittico di partite agevoli sulla carta ma di fatto molto ostiche. D’altronde, in un campionato particolare come quello che stiamo vivendo, senza pubblico e con tanti impegni e indisponibilità, ogni partita diventa complicata, indipendentemente dal livello dell’avversario che ci si trova di fronte (basti prendere ad esempio l’ultima giornata dove i due colossi Inter e Napoli sono crollati rispettivamente sotto ai colpi delle meno blasonate Sampdoria e Spezia).
Ma la Roma si è dimostrata forte, si è ricompattata dopo il terribile secondo tempo contro l’Atalanta ed ha ripreso a marciare spedita sui suoi binari, conquistando 9 punti su 9 tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo anno. Ha superato in casa il Cagliari e la Samp dei due ex Di Francesco e Ranieri mostrandosi forte di fronte alle difficoltà e non crollando quando le cose sembravano mettersi male, cosa che invece si era verificata contro i ragazzi di Gasperini. E poi ha archiviato la partita contro il Crotone da grande squadra, concretizzando tutto ciò che ha potuto nei primi 30 minuti, controllando per il resto del match e contenendo gli ultimi minuti di orgoglio dell’undici di Mister Stroppa.
Embed from Getty ImagesC’è stata una conferma sia da parte di quei giocatori ormai leader indiscussi (i vari Mkhitaryan, Dzeko e Smalling) ma anche tra quei giocatori etichettati come sorprese ma rivelatosi ad oggi sempre più certezze (penso a Karsdorp, Villar, Ibenez). Un’altra nota molto positiva è stata la prova da parte di chi solitamente inizia dalla panchina ma quando chiamato in causa si fa trovare pronto. È il caso di Borja Mayoral, schierato quasi all’ultimo da Fonseca per non rischiare un Dzeko non al top, ed autore di una prestazione superba con due gol segnati (uno da vero centravanti e l’altro un destro dalla distanza di pregevole fattura)ma anche con un rigore conquistato e successivamente trasformato dal compagno di reparto Mkhitaryan.
Menzione anche per Bryan Cristante, ragazzo troppo spesso criticato ma stimato molto da Fonseca e che, tornato nel suo ruolo originale, ha offerto una prova di grande sostanza. Poter riuscire a contare non solo su undici titolari ma su una squadra sempre pronta in ogni reparto in ogni momento della partita è un fattore fondamentale per chi vuole restare lì in alto e mantenere la sua zona Champions.
Embed from Getty ImagesIn un mese come quello di gennaio, storicamente sempre complicato per i colori giallorossi, aver iniziato con il piede giusto è un grande stimolo anche per le partite che verranno. La Roma si presenterà al big match di domenica contro l’Inter a solo tre lunghezze di distanza proprio dal secondo posto dei nerazzurri, con la possibilità dunque di agganciarli in classifica. Non si tratta di una partita decisiva, così come la si sta etichettando da parte di molti, in particolar modo dai più sognatori, ma sicuramente di una partita importante. Importante perché l’unica pecca dei ragazzi di Fonseca in questa stagione è stata quella di non essersi mai riusciti a confermare anche contro le big del campionato. E quale migliore occasione nella settimana in cui in meno di 7 giorni arriverà prima lo scontro contro i nerazzurri di Conte e poi il tanto atteso derby con la Lazio? In ogni caso sarà fondamentale rimanere con i piedi per terra (nel caso in cui andassero bene) o di non buttarsi giù (qualora dovessero terminare in maniera negativa) perché il campionato è ancora lungo.
Quello che è certo è che la Roma arriverà alla fine di queste due supersfide con un’idea ancora più chiara di quelle che saranno le sue ambizioni. Niente di decisivo però. Ricordiamocelo ora prima che verranno sparate sentenze da parte di chi della Roma non importa niente. Perché i veri romanisti ci saranno a prescindere da ogni risultato. Come è sempre stato e sempre sarà. Avanti ragazzi!
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