Abbiamo avuto il piace di scambiare due chiacchiere con Michael Konsel, portiere giallorosso mai dimenticato. Arrivò nella capitale a 35 anni per portare esperienza e carattere. Professionalità, personalità e grandissimo amore verso Roma e i suoi tifosi lo hanno reso uno dei portieri più amati dal popolo giallorosso che, a distanza di anni, ancora lo ricorda con affetto.
Il tuo sogno, come dichiarasti in un’ intervista nel lontano 1997, era quello di poter chiudere la carriera in giallorosso e parare fino a 40 anni. Hai rimpianti nel non esserci riuscito?
” Quando alla Roma arrivò Fabio Capello, non ero più sicuro del posto da titolare. Il mister non mi diede fiducia ed io che mi sentivo ancora un numero 1 avevo bisogno di giocare. A Venezia mi vollero per difendere i pali e mi chiamò l’allora allenatore Luciano Spalletti. Accettai la destinazione sia perchè volevo giocare ed anche perchè potevo avvicinarmi a Corinzia dove abitava mia moglie. “
Lei arrivò alla Roma dopo aver vinto praticamente tutto in Austria, il presidente Sensi la volle a tal punto che si racconta mise dei bonus sul suo contratto pur di farla venire. Che ricordo ha del presidente?
“Mi ricordo benssimo del presidente, era una grandissima persona perchè quando io arrivai dall’Austria, il mio primo contratto era molto basso anche anche a causa del mio procuratore che gestì male tutto quanto. Dopo circa due mesi mi trovai così bene con ambiente e tifosi che Sensi, per sistemare la faccenda mi disse: “sai cosa facciamo? ti raddoppio lo stipendio e te lo prolungo dia altri due anni“. Una cosa bellissima, una persona straordinaria perchè mi diede tanta fiducia. Era un presidente di cuore e fece tutto con grande umanità. Io essendo una persona molto emotiva rimasi colpito da tutto questo. Un bellissimo ricordo di lui e di tutta la sua famiglia.”
Noi tifosi, legati a quel tuo periodo giallorosso, ricordiamo quella splendida partita persa dalla Roma all’Olimpico contro l’Inter per 4 a 5. Tu hai una partita alla quale sei affezionato in particolar modo?
” E’ difficile trovarne una perchè ho giocato davvero tante partite. Il derby era una cosa entusiasmante, lo ricordo benissimo. Questa partita ed anche la gara contro la Juventus, con la quale debuttai all’Olimpico, le porto nel cuore. Ricordo anche di aver parato un rigore a Batistuta. Sono momenti bellissimi perchè per un portiere, avere la curva Sud dietro alle spalle, era una cosa entusiasmante. Tutto lo stadio, ricordo tutto. Quando tu esci dallo spogliatoio e trovi tutto ciò sugli spalti è davvero un qualcosa di stupendo.”
Che ricordi hai legati a quel gruppo con il quale passasti due anni della tua carriera?
“Eravamo un gruppo grandissimo, con grandi giocatori e grandi personalità. Cafù, Aldair, Candela, Totti, Di Francesco, Tommasi. Tutti forti e tutti uomini di carattere con i quali ho condiviso tantissime partite e tantissime situazioni.”
Tu hai scritto un libro che si intitola: “Niente paura dagli undici metri”.
Konsel ha mai avuto paura di qualcosa durante la sua carriera?
“No, paura mai. Ronaldo, Del Piero, Inzaghi, Batistuta, Zidane ho sempre affrontato tutti con grande carattere e personalità senza paura e senza timore. Anche fuori dal campo mi sono sempre trovato bene con tutti. Ribadisco, mi è piaciuto tantissimo giocare ed affrontare i calciatori più forti di cui la serie A in quegli anni ne era piena.“
C’è un portiere che per stile di gioco di ricorda Miki Konsel?
” A me è sempre piaciuto Neuer perchè gioca molto bene con i piedi e gioca molto fuori dalla porta come facevo io e mi piace molto anche Alisson. Per quanto riguarda Pau Lopez anche lui gioca molto bene con i piedi e sono sicuro che farà bene. Quando giocavo io c’erano molti portieri forti come ad esempio Peruzzi che ricordo era fortissimo. Sono stato votato come miglior giocatore anche. Sono delle soddisfazioni enormi”
Vuoi mandare un messaggio ai tifosi giallorossi?
“Non è facile ambientarsi in un paese nuovo e in campionato difficile come la serie A. I tifosi sin da subito mi hanno fatto sentire uno di loro supportandomi sempre, averli al mio fianco è stato stupendo. Non li dimenticherò mai“
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