Abbiamo avuto il piacere e l’onore di scambiare due chiacchiere con l’ attore, regista, sceneggiatore e showman italiano Rocco Papaleo. Abbiamo parlato con lui del suo amore smisurato per i colori giallorossi e non solo.
Buona lettura.
– Come nasce la sua passione per la Roma? Lei è originario della Lucania, è sempre stato tifoso o lo è diventato una volta trasferitosi nella capitale?
“La mia storia da tifoso è molto particolare perché di solito nasci tifoso di una squadra da piccolo e lo resti per tutta la vita, io ho cambiato nel corso degli anni diverse squadre. Sono stato da piccolissimo tifoso del Milan, poi grazie alle prepotenze del mio vicino di casa sono diventato Interista ed ho proseguito con questa passione.
Ho giocato anche a pallone da giovane, ad un certo punto quando ho fatto la scuola di teatro mi sono allontanato dal calcio, parliamo dei primi anni ’80.
Nell’86 ho partecipato da osservatore ai festeggiamenti dello scudetto del Napoli avendo alcuni amici partenopei, più come mossa ideologica mi sono appassionato alla squadra, ma senza alcun trasporto sentimentale.
Nel 1977 mi sono trasferito a Roma e ho iniziato ad assorbire giorno dopo giorno la cultura capitolina e i profumi di questa splendida città.
Il mio tifo sfrenato per la Roma e la passione per i colori giallorossi sono nati grazie all’ascesa di un giovane ragazzo che incantava con la palla tra i piedi: Francesco Totti.
In seguito al rigore calciato all’ Europeo contro Van Der Sar ho capito che la Roma sarebbe stata la squadra del mio cuore. In quella occasione ho vissuto il penalty con l’idea di come un ragazzo potesse, grazie ad un calcio di rigore, ridare magia ad uno sport che negli anni ’90 iniziava a diventare già un grande affare economico.
Posso dirti anche che grazie a “cattive amicizie” come Valerio Mastandrea in primis, mi sono fatto prendere sempre più da questa passione che continua ad essere parte integrante della mia vita. A volte soffro talmente tanto che preferisco non vedere la partita ma vedere il risultato ogni tanto alla tv”.

Italy’s Francesco Totti (l) celebrates scoring his penalty kick, much to the disgust of Holland goalkeeper Edwin Van Der Sar (r) (Photo by Matthew Ashton/EMPICS via Getty Images)
– Ricorda la sua prima volta allo stadio?
“Purtroppo in uno sciagurato derby del quale non ricordo nemmeno più il risultato. Io allo stadio non vado volentieri perchè essendoci la pista ed essendo miope non vedo benissimo, sono di quelli che spera e aspetta che si faccia lo stadio per potermi abbonare e vederla bene”.
– Lei in una intervista dichiarò: “sento che la gente ha bisogno di essere stimolata dalla poesia per uscire da una depressione che l’attanaglia e ne inibisce le possibilità”.
Quale è il calciatore della Roma che lei ricorda con più affetto che paragonerebbe ad una poesia per il suo modo di stare in campo?
“E’ naturale che sia Totti il poeta principale nella letteratura della Roma.
Il campione più poetico che ha cercato di scrivere i versi del suo gioco, quei numeri e tutto ciò che ha fatto mi sembrano le cose più simboliche dal punto di vista poetico. Amo molto anche De Rossi che ho conosciuto in maniera più approfondita e in generale credo che sia poetica anche la sua appartenenza e il suo fervore.
Trovo in questi due capitani le pagine più belle della poesia Romanesca”

UDINE, ITALY – APRIL 09: Francesco Totti (L) of Roma celebrates with teams mates Daniele De Rossi after scoring his opening penalty goal during the Serie A match between Udinese Calcio and AS Roma at Stadio Friuli on April 9, 2011 in Udine, Italy. (Photo by Dino Panato/Getty Images)
– Nel 97 lei si improvvisa cantautore pubblicando l’album: “che non si sappia in giro”.
Resta tra noi, che non si sappia in giro ma c’è un calciatore della Lazio che lei avrebbe voluto vedere con la maglia della Roma?
“Ti faccio una premessa, io non essendo nato a Roma non sento molto questa rivalità con la Lazio, la sento molto di più contro la Juventus. Detto ciò posso dirti che mi sarebbe piaciuto vedere con la maglia della Roma un calciatore come Mancini perchè rispecchia anche lui quella sorta di “calciatore poeta” di cui parlavamo poco fa”

UNSPECIFIED, ITALY: 1989-90 Roberto Mancini of Italy with the ball. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
– Se potesse racchiudere il suo amore per la Roma in una canzone o in una poesia, quale sceglierebbe e perché?
“Posso dirti: “Roma Roma Roma” perché quando si canta sembra che i tifosi si abbracciano in un coro che racchiude amore e passione per i colori giallorossi tanto da uscire dallo stadio e rimbombare ovunque come dimostrazione di un qualcosa di davvero forte”
– Il 1989 è per lei una data importante, quella del suo ingresso nel cinema con la presenza nel cast di: “con gli occhi chiusi”. Se lei potesse chiudere gli occhi, quale partita o avvenimento legato alla Roma cambierebbe e quale invece gli piacerebbe rivivere?
“Allora sicuramente il primo gol di Totti contro il Parma nella partita scudetto, sbloccare la partita in quel modo con quel tiro “feroce” sotto alla Sud è stato incredibile e in quel calcio c’era tutto, letteratura pura.
Potessi richiudere gli occhi rivivrei quel momento come rivivrei le emozioni provate per quel Roma-Barcellona terminato 3-0. Io per distrarmi sono andato al teatro, non ho visto la partita sempre per il mio problema. A fine spettacolo sono andato a salutare gli attori e il regista, un mio amico, mi disse “Oh la Roma 3-0“.
Sono impazzito, avere quella notizia ti posso dire che è paragonabile al classico colpo al cuore che ti fa esplodere di gioia.

OLIMPICO STADIUM, ROME, LAZIO, ITALY – 2018/04/10: Roma’s players celebrate at the end of the UEFA Champions League quarterfinal second leg football match AS Roma vs FC Barcelona.
AS Roma won the match 3-0. (Photo by Carlo Hermann/KONTROLAB /LightRocket via Getty Images)
– Lei ha lavorato nel cast del film: “La scuola più bella del mondo”, se avesse la possibilità di lavorare in una scuola come docente di matematica, sappiamo che quando venne a Roma pensava di poter diventare un professore di questa materia, chi metterebbe come figura del preside e se dovesse scegliere dei calciatori da avere come alunni, quindi i suoi preferiti, chi sceglierebbe?
“Avendolo conosciuto e sapendo come ragiona posso dirti tranquillamente che come preside metterei Daniele De Rossi mentre come alunni “preferiti” ti dico due calciatori diversi tra loro: il primo è Vincenzo Montella che mi faceva impazzire con le sue giocate ed i suoi gol incredibili e poi, quattro gol in un derby ma chi li farà più?!
Il secondo “alunno” è Under. Ti dico lui perché a me piace seguire i giovani e sperare in una positiva evoluzione della loro carriera, mi dispiace non abbia reso le aspettative perché a me piaceva molto.”
– Sei contento di Mourinho?
“Devo essere sincero e ti dico di sì. Mou si fa detestare dai tifosi delle altre squadre e quando era allenatore dell’Inter mi indisponeva, ma ora ho capito che quel suo modo di fare è un patrimonio per la squadra che allena perché crea quel senso di guerriglia che stimola e crea una compattezza nel team e nell’ambiente.
Mi sembra che sia la persona più adeguata in questa piazza, da un punto di vista tattico non so se sia un mister geniale, ma per la storia di Roma serve una persona carismatica come lui”.
– Quali sono i suoi progetti presenti e futuri?
“Adesso sto lavorando in teatro in – Peachum. Un’ opera da tre soldi – un testo di Fausto Paravidino che fa anche la regia e interpreta un ruolo.
Poi ho fatto un mio film, che sarebbe il mio quarto film da regista nel quale faccio anche una parte. L’ho girato questa estate ed è quasi pronto, prima o poi si vedrà ma stiamo aspettando il più possibile prima di farlo uscire sperando possa finire questa brutta situazione che dura da tempo”.
– Vuole mandare un messaggio ai tifosi giallorossi?
“Bisogna sostenere la squadra in ogni, cercare di essere un fattore solo positivo e di aiuto. La critica e le discussioni sono anche il sale del tifo però bisogna sempre stargli vicino, nell’amore è più importante amare che essere amati, anche nella sofferenza.
Io invito davvero ad essere una sorta di paracadute, calore e abbraccio per questa squadra che sono sicuro ci darà soddisfazione. Forza Roma!”.
James Baldwin diceva: ” L’amore non inizia e non finisce nel modo in cui pensiamo. L’amore è una battaglia, l’amore è una guerra; l’amore è crescere”. Rocco ha capito cosa significa tifare Roma con il tempo e non ha più potuto farne a meno, perché si lotta giornalmente difendendo ciò che abbiamo dentro, si combattono guerre quotidianamente per portare avanti i nostri sentimenti e quello che ci lega a questa squadra non svanirà mai.
Lascia un commento