Giocare per la Roma è per tutti motivo di vanto ed orgoglio ma, molto spesso, le carriere dei calciatori prendono strade diverse a causa di problemi fisici ed infortuni che ne fermano l’ascesa.
Questa è la storia di Giuseppe Scurto, il suo debutto in Champions, l’annata maledetta dei 4 allenatori cambiati, il suo addio al calcio a 27 anni e la sua attuale carriera da allenatore.
Ci siamo fatti una chiacchierata con l’ex difensore giallorosso, ecco a voi l’intervista a Giuseppe.
L’esordio in prima squadra avvenne con mister Del Neri in una gara di Champions contro il Leverkusen, che ricordi hai di quella gara e del mister?
” Ho un grande ricordo di quella partita perché esordire da titolare in Champions League a 20 anni andava anche oltre quelli che erano i miei sogni da bambino. Pochi mesi prima ero stato operato per la seconda volta nel giro di 3 anni al legamento crociato ed essere lì a giocare una partita di quel livello era per me un qualcosa di incredibile.
Del Neri mi diede fiducia e mi aiutò molto assieme al suo staff e non posso che ringraziarlo. Così come ringrazierò per sempre mister Prandelli che a inizio stagione, dopo avermi visto in ritiro, mi inserì nella rosa della prima squadra dandomi fiducia e facendomi giocare partite importanti contro squadre del calibro di Chelsea e Liverpool.”
In quell’annata cambiaste ben quattro allenatori, cosa non funzionò?
” Credo che la stagione fu’ condizionata dal cambio di allenatore a pochi giorni dall’inizio del campionato.”
Tu hai avuto la possibilità di giocare e allenarti con grandi campioni, quale di questi ti colpì maggiormente?
” Ho avuto la fortuna di giocare e di allenarmi per tre anni con grandi campioni. E’ difficile fare un solo nome. La Roma quegli anni aveva dei giocatori top in ogni reparto.”
Nella stagione 2004-2005 la Roma acquistò Mido, un attaccante promettente dall’Ajax. Tutti noi ci chiediamo ancora oggi se davvero quel giovane ragazzo aveva le carte in regola per diventare un vero e proprio campione. Dato che tu hai avuto modo di vederlo dal vivo, cosa ci puoi raccontare?
” Mido, per quello che ricordo, aveva delle buone potenzialità. Sinceramente non so il perché abbia faticato. Probabilmente è arrivato nella stagione sbagliata. ”
Tu con la maglia della Roma collezionasti 16 presenze, perché la tua carriera con la Roma non andò avanti? Dopo l’avventura in maglia giallorossa continuasti a giocare con Chievo, Treviso, Triestina e ti sei ritirato giovanissimo a 27 anni. Questo addio al calcio è stato dovuto soprattutto ai tuoi numerosi infortuni o c’é dell’altro?
“ Io mi ruppi il crociato per la prima volta a 16 anni e poi una seconda volta a 19. Nel 99% dei casi in una situazione simile un ragazzo smette di giocare o continua a giocare in categorie inferiori.
Ho avuto una grande forza di volontà che mi ha permesso di fare a pochi mesi dal secondo grave infortunio 16 presenze complessive in una squadra importante come la Roma e l’anno successivo 19 partite con il Chievo Verona ( dove ero in comproprietà ) dove ho fatto benissimo guadagnandomi anche la convocazione a fine stagione per l’europeo under 21.
La stagione successiva la comproprietà tra Roma e Chievo venne rinnovata. Nel secondo anno al Chievo disputai le prime 4 partite ma mi dovetti fermare di nuovo per problemi al ginocchio operato.
Purtroppo da lì ho iniziato ad avere gravi problemi di cartilagine. La verità è che avrei dovuto smettere già all’età di 22/23 anni per le mie condizioni fisiche. Sono andato avanti per altri 4/5 stagioni facendo enormi sacrifici sopportando dolori e gonfiori al ginocchio. Era diventata un’impresa anche fare un semplice allenamento.”
Ti piace la Roma di oggi? Che idee ti sei fatto sul mister?
“ La Roma mi piace, gioca bene. Ha giovani molto bravi e Fonseca sta facendo un ottimo lavoro dimostrando di essere un grande allenatore.”
Daniele De Rossi ha chiuso con il calcio giocato, tu sei stato un suo compagno di squadra. Che ricordi hai legati a lui? Lo vedresti bene come allenatore?
” Di Daniele ho un ottimo ricordo, è un ragazzo intelligente, generoso e disponibile. Penso possa fare bene anche da allenatore qualora decidesse di intraprendere questa strada perché ha esperienza e grande personalità.”
Anche tu come allenatore non te la cavi male, oggi sei allenatore della primavera del Trapani e con il Palermo vincesti il premio Maestrelli come miglior allenatore Italiano del settore giovanile. In futuro ti vedi sempre con i giovani o vorresti una possibilità anche nel calcio ” dei grandi “?
” Mi sono tolto grandi soddisfazioni in questi anni perché oltre ad aver fatto crescere tanti ragazzi abbiamo ottenuto anche risultati di prestigio. Ho portato l’under 17 del Palermo per 4 anni alle Final Eight, cosa mai successa prima.
Poi con la Primavera due stagioni fa abbiamo vinto campionato e Super Coppa mentre, la stagione passata, abbiamo centrato una salvezza miracolosa in un campionato difficile come la Primavera 1 ed io ho ricevuto il premio Maestrelli come miglior allenatore italiano.
Sono orgoglioso di quanto fatto e spero di continuare a crescere anche in questa nuova esperienza al Trapani.
Per il futuro non mi precludo nulla.”
W. Churchill diceva che: “Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale ; è il coraggio di continuare che conta“.
Giuseppe non ha mai smesso.
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