Chi l’avrebbe mai detto che uscire da Stamford Bridge sarebbe stato così brutto e triste, chiudere una gara in uno degli stadi più affascinanti del Mondo quasi un peccato, per i tifosi della Roma. Abbiamo una storia piena di partite giocate in Inghilterra che speravamo finissero presto…e invece non finivano mai. Questa volta però l’inferno albionico è diventato paradiso.
Dopo 36 minuti, eppure, il copione sembrava sempre lo stesso: due gol di svantaggio, e un profondo blu che sembrava infernale. La Roma però c’era, i due gol del Chelsea arrivano in maniera confusa, disordinata, fortunosa ed immeritata. In campo c’era una squadra in maglia bianca che faceva sognare. La discesa verso l’inferno sembrava però sempre più ripida, perché è facile abbattersi quando giochi così bene… e perdi.
È facile, ma non se ti chiami Kolarov, hai vinto la maggior parte delle partite che hai giocato in carriera, e te ne freghi della mala sorte, prendi la palla, salti tutti, e la butti dentro con forza.
Te ne freghi se ti chiami Maxime Gonalons, e ti hanno crocifisso dopo 45 minuti negativi in un campo in cui, dopo due settimane, giocheranno anche peggio Saul, Koke, Gabi, Carrasco, Griezmann e compagnia. Te ne freghi se ti chiami Radja Nainggolan e giochi contro chi ti avrebbe voluto così tanto da voler pagare una follia, ma tu hai avuto la convinzione e l’orgoglio di dire no, semplicemente perché stai bene dove sei e non vuoi cambiare. Te ne freghi se ti chiami Edin Dzeko, se il tuo inferno è diventato paradiso già un anno fa, ma continui a vivere nel Purgatorio degli “Eh però, potrebbe fare di più…“, “Eh però, non è cattivo“, “Eh però, al Chelsea non ha mai segnato“.
Il Chelsea ha visto l’autostrada per l’inferno davanti a sé già dal primo minuto, quando all’aristocratico pubblico londinese si contrapponeva un settore ospiti da far paura, colorato, rumoroso, voglioso di sostenere una squadra bistrattata e presa in giro dai media, un allenatore trattato come uno studente fuori corso a un Master pieno di laureati. Un settore che vuole “solo star con te“, la Roma e non ha fatto altro che cantarlo dal 2-0 al 3-3.
Chelsea-Roma ha forse segnato un solco fra quello che tutti dicevano che avremmo dovuto essere, e quello che potremmo diventare. Se sarà così però, ce ne renderemo conto percorrendo la strada, anzi l’autostrada per l’inferno, INSIEME.
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