Poco dopo l’ufficialità dell’arrivo di Jose Mourinho sulla panchina della Roma gli “amici” della Premier League e gli ineffabili juventini, milanisti, quegli altri e addirittura gli interisti (sì, proprio loro) non avevano perso tempo a smorzare il nostro entusiasmo: “Viene da tre esoneri”, “Ormai è Bollitinho” e altre amenità del genere. In effetti le ultime sono state le peggiori stagioni per il tecnico portoghese, cioè quelle che tutti gli allenatori sognano come ha giustamente fatto notare lo stesso ex Tottenham. Ma la sofferta vittoria contro il Sassuolo firmata Stephan El Shaarawy ci ha riconsegnato un Mourinho che non vedevamo da tempo.

Scintilla
Mourinho, ma questo lo sapevamo già, non è un allenatore che predilige il bel gioco. Anzi, è disposto a chiudersi e arroccarsi in difesa, tutto per portare il risultato a casa. Una manna dal cielo per una squadra che in questi ultimi anni è apparsa letteralmente squinternata in difesa (portiere compreso). Ad ogni modo, senza altre disquisizioni tattiche, il cuore del discorso è un altro: la Roma ha già riacceso quella scintilla negli occhi di un Mourinho che nelle ultime avventure con Chelsea, Manchester United e Tottenham era apparsa non spenta, ma sicuramente meno accesa.

Mourinho già in simbiosi con la Roma
I tifosi della Roma, dopo averlo affrontato da (grande) nemico, lo hanno accolto subito come un re già prima del suo arrivo nella Capitale – come ha spiegato lo stesso Mourinho in varie interviste -. Un allenatore tatticamente preparatissimo (da giovane tornava dagli stadi in cui andava da osservatore con quaderni pieni di pagine di appunti) che ha bisogno di sentirsi in simbiosi con tutte le componenti del club in cui lavora: proprietà e dirigenza, ma soprattutto squadra e tifosi.

La corsa di ieri sotto la Sud al 92’ è già la prima dimostrazione di quanto la Roma abbia ringiovanito (dentro) Mourinho di almeno dieci anni. Un allenatore che appare molto diverso da quello “sbruffone” che anche noi, diciamoci la verità, abbiamo odiato: più riflessivo e più calmo. Ma dentro di noi ne conosciamo un’altra di verità.

È solo una calma apparente e di facciata, perchè dentro le stanze di Trigoria Mourinho sta continuando a fare quello che ha sempre fatto e che lo ha reso Special: costruire un gruppo di ragazzi pronti a morire (sportivamente) per la Roma e per lui. E che la 1000esima panchina raggiunta ieri con il Sassuolo possa regalarci ancora altre corse sfrenate sotto le curve di tutta Italia e d’Europa.
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