Da sempre, che sia una band, un supereroe o un’azienda (parola che odiamo dal 14 maggio 2019), un logo gioca un ruolo quasi più importante del nome stesso che rappresenta. Il logo è la base da cui partire per creare una comunicazione efficace e di successo. Nel mondo del calcio la parola utilizzata però non è logo (o simbolo) ma stemma. Nel nostro mondo, quello del pallone, è essenziale possedere uno stemma che ci rappresenti. Qualcosa che raffiguri la nostra squadra, con i propri colori e i propri simboli. Nel nostro caso (perchè degli altri poco ci interessa) il primo esempio fu a forma di scudo triangolare diviso in due parti: in quella superiore c’era la lupa su sfondo giallo, mentre in quella inferiore lo sfondo era rosso ed era presente l’acronimo “ASR” in bianco. Questo, con qualche piccolo miglioramento nel corso degli anni ’60, è stato il logo della Roma dalle origini fino al 1970. Ora non staremo qui ad analizzare tutte le sedici volte che il nostro stemma ha cambiato volto, piuttosto vogliamo parlarvi dell’attuale guerra santa giusta o sbagliata che molti tifosi stanno facendo per riavere lo stemma precedente al 2013. Anche se ai meno appassionati può sembrare strano, la questione “stemma” è molto importante: i tifosi di calcio ma sopratutto quelli della Roma, sono romantici, attaccati alle tradizioni. Noi vogliamo Lando Fiorini e “Campo Testaccio” prima dell’Inno, vogliamo il capitano romanista in campo. Ed è giusto che sia cosi, perché se c’è una cosa che nel bene o nel male ci contraddistingue è quella di aver tenuto un filo conduttore fatto di queste piccole condizioni nel corso degli anni. Poi ovviamente ci sono casi e casi, recentemente di stravolgimenti ci sono stati, i tempi sono cambiati e con esso, appunto, anche lo stemma. Quel disegno con 3 semplici lettere che fanno tutta la differenza del mondo. Tanto se n’è parlato e tanto se n’è parlerà di questo stemma: una battaglia che una parte di tifoseria sta portando avanti da anni. Cerchiamo però di capire le parti. Per spiegare bene la situazione attuale in maniera lucida scomoderemo in maniera approssimativa I concetti fondamentali della filosofia chiamando in causa Hegel: si sa, filosofia e A.S.Roma vanno a braccetto.
Dunque, abbiamo la Tesi: “lo stemma della Roma è stato rappresentato per anni dall’acronimo “ASR” e la Lupa sotto. La tradizione deve continuare ma una gestione Americana che non ha capito il nostro modo di vivere la squadra ha applicato un cambiamento sostanziale, non facendoci più sentire rappresentati dallo stemma stesso.”
Bene, ora passiamo all’Antitesi (ovvero un secondo enunciato che contraddice il primo): “I tempi cambiano e lo stemma con lui. Serviva un restyling che potesse dare un taglio internazionale, mettendo centrale la parola “Roma” in modo da far capire a tutti in maniera diretta di cosa trattasse lo stemma visto che le 3 lettere non spiegano nulla. E comunque è stato cambiato già tantissime volte”.

Lo stemma attuale
Ora che le due parti sono state messe nero su bianco, è giunto il momento di arrivare alla Sintesi (che conduce alla verità): “Abbiamo bisogno come il pane di quelle tre lettere per sentirci noi stessi, per sentirci parte della nostra storia. I tempi cambiano è vero, e un restyling è doveroso, l’hanno fatto tutte le grandi squadre. A noi basta avere quei colori e quell’acronimo, poi fate voi.”
Può essere questo il punto d’incontro? Forse si, forse arriverà dalla nuova società un nuovo stemma proprio secondo queste condizioni: tradizionale ma con un occhio al futuro. Intanto per la città continuano ad apparire manifesti che chiedono il ripristino del vecchio stemma senza se e senza ma. Ad aggiungersi ci sono anche petizioni online. È forse giusto, in un momento cosi delicato, pensare cosi tanto allo stemma quando c’è un struttura (fuori e dentro il campo) da risistemare in ogni ruolo e con estrema urgenza? Invece di alzare la voce per questo non sarebbe giusto alzarla per altre questioni ben più importanti come ad esempio, che ne so per dirne una piccola piccola, lo stadio di proprietà della nostra squadra?
Sicuramente però sappiamo che, se dovesse tornare il vecchio stemma accompagnato da pessimi risultati sportivi, almeno molti tifosi potranno rincuorarsi vedendo quelle tre lettere sulle loro magliette, sentendosi parte di una famiglia ritrovata. Per noi tifosi rappresenta una di quelle condizioni attaccate al famoso filo conduttore di cui abbiamo parlato prima. Certo, per molti la richiesta dello stemma è un semplice gesto d’amore chiesto al nuovo presidente, un atto di fedeltà nei nostri confronti che tanto speravamo negli anni scorsi. Della serie: “Bene, ci siamo, ora si che ci possiamo fidare (rivolto alla nuova gestione USA).” Per molti altri invece è veramente la prima e più importante manovra che bisogna fare, prima di tanti altri problemi che affliggono la squadra. Certo, con questa seconda visione non si crescerà mai, ma forse alcuni tifosi neanche vogliono farlo.
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