Milik e Kumbulla: Non tutti i mali vengono per nuocere.

Il Valzer delle punte che ha infiammato il mercato per mesi sembra arrivato ad una conclusione. Visti i problemi burocratici per l’arrivo di Suarez in bianconero, la Juventus sta accelerando per poter fornire Dzeko alla corte di Pirlo il prima possibile. In questo modo pare si sia sbloccata anche la trattativa che porta Milik alla Roma.

Il valore di gioco del Bosniaco lo conosciamo bene. Sappiamo come la sua capacità di spaziare e giocare fuori dall’area di rigore possa essere decisiva per il miglioramento dei giocatori che lo circondano. La sua visione di gioco può innescare e valorizzare i fuoriclasse della Juventus. Questo Pirlo lo sa bene e sappiamo che è disposto a rinunciare a qualche rete del suo centravanti per poter riguadagnare questi numeri grazie agli esterni.

Numeri sotto le aspettative

Questo discorso è valso anche la scorsa stagione per la Roma di Fonseca. L’allenatore portoghese in Ucraina aveva creato un sistema di gioco basato sulla prolificità degli esterni. Un modello che è stato provato anche a Roma che non ha avuto gli stessi risultati. Kluivert e Under, forse ancora acerbi, non sono riusciti a fornire i numeri adeguati per sostenere quest’ ideologia tattica. Ci hanno provato giocatori come Mhkitaryan e Zaniolo, che però,un po’ per le caratteristiche, un po’ perchè martoriati dagli infortuni non sono riusciti a reggere il peso dell’attacco. Nonostante l’Armeno sia il secondo miglior realizzatore della rosa con 9 reti.

Il Bosniaco ha siglato 16 goal in campionato, che non sono pochi, ma se confrontati ai numeri dei centravanti delle altre squadre viene spontaneo porsi qualche domanda.

Va ricordato che Edin Dzeko non è un rigorista e molti dei goal segnati dai principali capocannonieri delle squadre di serie a sono arrivati proprio dagli 11 metri.

E se Milik fosse una soluzione ai problemi realizzativi della Roma?

Il polacco ovviamente non ha la lettura di gioco e la tecnica palla al piede del bosniaco ma in compenso è un formidabile realizzatore. Vista la disponibilità in rosa di giocatori molto tecnici e con un’intrinseca propensione all’assist, magari cambiando filosofia di gioco si potrebbe arrivare ai numeri che sono tanto mancati in fase realizzativa.

Con un esecutore la davanti, giocatori come Pellegrini, Villar, C.Perez ma anche gli stessi Mhkitaryan e Pedro sono  più liberi dalla pressione di “dover segnare” e possono dedicarsi alla cura della loro arma migliore: L’assist.

Spesso la Roma si è ritrovata a lanciare la palla lunga con la speranza che Edin Dzeko la addomesticasse e facesse risalire la squadra. Senza un punto di riferimento così importante la squadra sarà costretta ad impostare l’azione dal basso e arrivare alla conclusione in maniera più pulita. La consapevolezza di avere un vero”9” in area di rigore cambierà necessariamente l’interpretazione tattica in fase d’impostazione. Non è detto che questo sia un male.

Milik inoltre andrebbe a risolvere il problema calci piazzati, sostituendo così i numeri portati da Kolarov(terzo miglior realizzatore in casa giallorossa).

Cosa cambia con Kumbulla?

Grazie all’arrivo di Kumbulla, che è un centrale di difesa puro, abituato alla difesa a 3, si auspica anche di risolvere i problemi di solidità difensiva. Problemi che Kolarov essendo “un adattato” non poteva controllare, inoltre l’età non gli permetteva di recuperare alle distrazioni con la velocità o con il fisico. Età che invece è a favore dell’albanese o anche di Ibanez, che nonostante l’irruenza e lo stile aggressivo, se dovessero sbagliare un anticipo o una copertura difensiva hanno a disposizione le caratteristiche atletiche per poter rimediare.

Se dovesse ritornare Smalling da Manchester, un reparto difensivo con Mancini Smalling e Ibanez garantirebbe equilibrio in fase difensiva e porterebbe il baricentro della squadra qualche metro più avanti, ideale per il gioco offensivo di Fonseca che vuole una squadra corta e compatta pronta ad aggredire la metà campo avversario. Con una squadra vicina si intensificherebbe l’intensità dei passaggi e si sfrutterebbero le qualità dei nostri palleggiatori che non sono costretti ad inseguire le trame di Dzeko ed hanno più varietà di soluzioni in mezzo al campo.

Tempi di cambiamento

Edin Dzeko è stato uno dei più grandi attaccanti della storia della Roma, un giocatore meraviglioso in grado di segnare e far segnare, ma forse è arrivato il suo tempo. Il cigno di Sarajevo ha 34 anni e guadagna 5 milioni di euro netti a stagione. Non proprio il profilo ideale per una società che vuole ridurre il monte ingaggi e investire sui giovani. Inoltre non è mai bello trattenere un giocatore con la testa da un’altra parte. I sogni, le ambizioni il fascino di giocare con Ronaldo e il fascino della Champions farebbero gola a chiunque,senza dimenticare il fattore economico che ha il suo enorme peso ovviamente. Viste le problematiche finanziare, monetizzare qualcosa per un giocatore così avanti nell’età è un’occasione d’oro.

Milik non è uno qualsiasi

Tutti avremmo voluto un inserimento graduale del prossimo centravanti giallorosso, magari con Edin Dzeko pronto a fare da chioccia per Milik. Ma vista la situazione è praticamente impossibile. Consapevoli che questa rivoluzione doveva avvenire prima o poi, anche se dolorosamente, bisogna cominciare a pensare che forse questo sia l’anno giusto. L’erede della 9 non è un giovane prospetto di cui non si hanno certezze. Milik è un giocatore che conosce la serie A ed è un attaccante con una media goal/minuti giocati spaventosamente alta. Milik ha 26 anni ed ha anche accumulato esperienza in ambito europeo sia col Napoli che con L’Ajax. L’arciere può portare una ventata di freschezza che faccia bene a Fonseca e ai compagni. Oltre gli 8 anni in meno sulla carta d’identità, che non sono un fattore da trascurare, può influenzare una rivoluzione tattica. Visto che gli esterni faticano ad arrivare alla doppia cifra, si punterà più spesso alla soluzione centrale. Nonostante Dzeko fosse 1.93m sono stati relativamente pochi i goal messi a segno di testa. Con una punta più “cattiva” probabilmente saranno anche valorizzati di più i numerosi cross che vengono dalle fasce. Una soluzione che l’anno scorso non ha portato a molte realizzazioni. Un problema che quest’anno può trasformarsi in risorsa.

Fiducia e Pazienza

La cessione di Kolarov all’Inter e l’acquisto di Kumbulla potrebbe rendere la retroguardia capitolina più solida. Concedere meno goal potrebbe voler dire che ne bastano anche di meno per portare punti a casa. Probabilmente la Roma vista l’età media e la poca esperienza a disposizione peccherà un po’ sulla maturità ma è necessario accettarlo. Bisogna avere pazienza ed accettare i cambiamenti e rispettare i tempi necessari affinchè questi cambiamenti possano portare benefici. Nonostante le partenze di Dzeko e Kolarov, che vengono vissute come disgrazie assolute,forse,non tutti i mali vengono per nuocere.

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