leonardo spinazzola

Non c’è Roma senza Spina

“Spinazzola Voto 7”: recita così la stragrande maggioranza dei giornali all’indomani della partita vinta contro la Fiorentina. E non si può di certo dargli torto. Ennesima prova di qualità per il ventisettenne italiano che non solo è riuscito a salvare un gol nei primi minuti per poi portare in vantaggio i giallorossi poco dopo, ma ha anche offerto una spinta continua sulla corsia, quello che Fonseca gli chiede insistentemente.

Spinazzola ad oggi è uno tra coloro i quali hanno accumulato più minuti in campo dall’inizio della stagione: sì, perché la Roma quest’anno sulla sinistra ha fatto totale affidamento su di lui e non a caso è stato titolare in tutte le partite giocate dai giallorossi, a eccezione della gara europea contro lo Young Boys , dove è poi subentrato a Karsdorp dopo soli 45 minuti.

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In realtà l’arrivo a Roma di un anno fa era coinciso con qualche dubbio legato soprattutto al suo rapporto continuo con gli infortuni, tanto che non furono pochi gli scontenti a darlo in cambio di una giovane promessa come Luca Pellegrini (possiamo tranquillamente dire a un anno di distanza che la scelta non è stata poi così sbagliata, anzi…) e in effetti la sua prima annata non è stata poi così esaltante: complice l’utilizzo del 4-2-3-1 che lo vedeva dietro nelle gerarchie rispetto a Kolarov, l’ex Atalanta e Juventus ha collezionato un totale di 32 presenze con 2 gol e 3 assist, spesso è stato adattato a destra anche se nel finale di stagione era comunque riuscito a scalzare l’esperto difensore serbo e a prendersi un posto da titolare, come accadde nel derby.

Quello che molti ricorderanno però è stata la lunga trattativa dello scorso gennaio in cui Spinazzola e Politano erano pronti a scambiarsi le rispettive maglie di Inter e Roma, prima che tutto saltasse all’ultimo confermando la permanenza del terzino alla corte di Paulo Fonseca.

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Da quel momento è stato un continuo percorso in crescita per lui, un percorso iniziato nel finale di stagione scorso e sbocciato completamente con l’inizio del nuovo campionato, in cui è diventato uno dei punti di riferimento in campo per i compagni che spesso lo cercano e si appoggiano a lui. Questo suo exploit dovuto al passaggio al 3-4-2-1 è stato confermato dal giocatore stesso nell’intervista a Roma Tv al termine della partita contro i viola, alla domanda legata al cambio modulo e al suo giocare più vicino alla porta lui ha risposto così “Sì, giocavo alto anche da terzino, ma così ho meno compiti difensivi”.

Non c’è neanche da sorprenderci, ricordiamo che all’Atalanta esplose proprio da esterno con Gasperini a tal punto da costringere la Juve a richiamarlo in squadra , anche se poi con la concorrenza della squadra torinese non è mai riuscito a imporsi da titolare. Giocando più alto può limitare i suoi compiti in fase difensiva per favorire quelli in fase offensiva, più inclini a un giocatore come lui, nonostante ciò il potenziale potrebbe essere anche superiore, a volte manca quella lucidità giusta che gli fa sbagliare l’ultimo passaggio e la giocata decisiva una volta giunto nei pressi dell’area di rigore avversario, un potenziale che se venisse colmato frutterebbe ancora più occasioni da gol durante le partite.

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E se sulla fascia destra il posto è sempre conteso tra Bruno Peres e Karsdorp (e Santon quando smaltirà l’infortunio), su quella opposta la società ha scelto di affidarsi totalmente a lui affiancandogli il giovanissimo Calafiori, chiamato a sostituirlo e a dargli un po’ di riposo quando sarà necessario, anche se al momento la benzina del classe ’93 sembra non aver intenzione di fermarsi. Così Spinazzola è passato dal possibile addio di qualche mese fa a diventare uno dei pilastri di cui la Roma di Fonseca non può proprio fare a meno. E se un famoso detto dice “Non c’è rosa senza spine” in questo momento sarebbe più adatto “Non c’è Roma senza Spina”.

Studente universitario. Romano e romanista da sempre. Scrivo per passione e per sfogare l'ansia che accumulo ogni partita. Vedrete quindi tanti miei articoli.

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