Perugia per Noi

i precedenti giallorossi nel capoluogo umbro, tra trasferte oceaniche e cocenti delusioni

Finita la serie di amichevoli disputate a porte chiuse a Trigoria, la Roma va in scena oggi al Renato Curi di Perugia per un’amichevole contro la squadra locale. Finalmente i romanisti potranno tornare a sostenere i propri colori, e non saranno pochi quelli in partenza per il capoluogo umbro: 3000 nel settore ospiti, e molti altri nelle tribune.

Quella tra lo stadio Curi e i romanisti è una storia di un possibile amore mai sbocciato. Di esodi e speranze, di delusioni, beffe e cocenti sconfitte. Di protagonisti mancati ed eroi della domenica.

Perché a dispetto della forza del Perugia calcio, nei 13 precedenti giocati nel suo stadio in serie A, abbiamo raccolto solo due vittorie, la prima e l’ultima volta. Nel mezzo tanti pareggi, spesso beffardi e qualche inopinata sconfitta. Ed il clou delle delusioni raggiunto quel 30 giugno del 1989, ma in quel caso il Perugia calcio non c’entra niente.

Insomma, vuoi mettere per un tifoso della Roma dover viaggiare solo 170 km, e per di più verso una città ricca di interesse storico e dove si mangia benissimo? Beh, considerando la sventurata natura insita nel DNA giallorosso, forse pretendere anche di tornare vittoriosi è eccessivo.

ANNI 70-80

Il Perugia si affaccia per la prima volta alla serie A nel 1975, guidata dai condottieri D’Attoma alla presidenza e Castagner in panchina.

Il direttore sportivo Silvano Ramaccioni e l'allenatore Ilario Castagner, artefici di quel Perugia dei miracoli salito alla ribalta nazionale nella seconda metà degli anni 1970

Il direttore sportivo Silvano Ramaccioni e l’allenatore Ilario Castagner, artefici di quel Perugia dei miracoli salito alla ribalta nazionale nella seconda metà degli anni 1970

La prima trasferta dei romanisti al Comunale di Pian Massiamo (sarà intitolato a Renato Curi nel “77, ndr) la ricordo dal racconto di mio padre, che vi partecipò.

tifosi Romanisti al seguito. All’epoca non veniva predisposto un settore riservato ai tifosi ospiti.

All’epoca, forse anche più di oggi, le trasferte erano vere e proprie gite fuori porta. Dai suoi racconti posso quasi sentire le risate di quando con l’amato zio (è con lui che anche io ho cominciato a frequentare lo stadio) costrinsero un malcapitato oste umbro a sfamarli, e dissetarli (soprattutto!!!) a locale chiuso ben prima di mezzogiorno. Non mancarono screzi con i sostenitori locali, d’altronde gli umbri si sa, son persone dalla scorsa dura. Faceva freddo ed il tempo era da Lupi, stadio ovviamente scoperto. Magari è questo che ha impietosito la dea Eupalla per quella volta, fatto sta che si vinse 0-1 con rete di Ciccio Cordova.

Negli anni successivi, che videro il grifone migliorare di anno in anno fino a sfiorare lo scudetto nel 1979, prima della rovinosa retrocessione nell’81, pochi pareggi e tante sconfitte, tra cui un 3-2 (e non sarà l’unico) nel 79 ed un 3-1 nell’80.

Gruppi organizzati della curva sud allo stadio Curi nel 1978

E poi c’è il 30 giugno 1989. Come anticipato, il Perugia calcio stavolta non c’entra niente, Perugia ed il suo stadio si.

Dopo una volatona finale la Roma del barone Liedholm riesce ad agganciare la Fiorentina all’ultimo posto utile per la qualificazione in Uefa. È spareggio, e si gioca a Perugia, di fronte a 20 mila cuori giallorossi e un migliaio di fiorentini. La viola sceglie di schierare Pruzzo, che in campionato ha giocato solo sei partite da titolare e non ha mai segnato. “Mo te pare che deve segnà proprio contro de noi??” Minuto 7, cross di Baggio gol di Pruzzo, ovviamente di testa. Finisce così. Fiorentina in Uefa. Una tra le sconfitte più romaniste della storia per chi era presente.

Roberto Pruzzo segnò proprio sotto la curva occupata dai tifosi romanisti, e non mancò di esultare.

ANNI 90-00, GLI ESODI.

Il torna in serie A nel 1998 grazie all’ambizioso e vulcanico patron Luciano Gaucci.

La sfida al Curi è nel finale di stagione, e la Roma di Zeman cerca punti per agguantare il quarto posto Champions. Il Perugia è tranquillo e fuori dalla zona retrocessione. Buon clima e importanza della partita portano 7000 romanisti nel capoluogo umbro a festeggiare una vittoria annunciata, tanto che deve succedere? Succede che mentre la Roma, sul 2-2, spreca palle gol a raffica, Rapajc al 91esimo insacca il 3-2 e regala ai suoi la vittoria. Ah, in quella partita segna anche un certo Gianluca Petrachi.

Vabbè ci rifaremo l’anno prossimo” avranno pensato i romanisti in trasferta.

13 febbraio 2000, la Roma di Capello stenta a decollare ma nonostante questo, i romanisti si presentano in 12mila al Curi di Perugia, gran parte senza biglietto, tanto che ad un certo punto l’ingente dispositivo di sicurezza messo in piedi si arrende ed apre le porte per evitare spiacevoli conseguenze, con buone pace degli abbonati perugini delle tribune costretti a spostarsi in altri settori.

Si gioca praticamente in casa. Totti si fa espellere dall’arbitro Borriello per proteste dopo 20 minuti, ma si va comunque al riposto sullo 0-2. “Mo te pare che er Perugia rimonta, ste cose potevano succede co Zeman ma co Capello quando mai..”.  Perugia-Roma 2-2, doppietta di Renato Olive. Si, proprio lui. Renato Olive.

Scorcio dei tifosi romanisti al seguito.

Renato Olive, autore della doppietta che permette al Perugia di acciuffare il pari.

Avrà pensato allora il romanista al seguito “vabbè armeno pe st’anno sto stadio ha smesso de portà sventure”.  E invece no. Un bell’acquazzone abbattutosi sul capoluogo umbro in un pomeriggio di metà maggio affonda i sogni tricolori della Juventus, che viene sorpassata all’ultimo respiro dalla L…(problema tecnico, la tastiera ha smesso di funzionare)

Dopo una temporanea sospensione per pioggia Calori batte Van der Sar e toglie alla Juve uno scudetto già vinto.

Non c’è modo di sfatare il tabù Renato Curi nemmeno negli anni migliori della Roma, tra il 2000 ed il 2002. Stesse scene: stadio Curi invaso da romanisti per lo più sprovvisti di biglietto, e fatti entrare per motivi di sicurezza, tifosi locali in minoranza costretti a far posto agli ospiti. Stessi risultati: 0-0.

Tifosi giallorossi al Curi. l’anno dello scudetto.

Va pure peggio l’anno dopo, in una stagione maledetta che si concluderà con un anonimo ottavo posto. È marzo inoltrato e la Roma può ancora sperare in una rimonta per il quarto posto. Stavolta i romanisti sono in numero inferiore, circa 5 mila, un po’ per la stagione deludente, un po’ per l’imminente trasferta di Amsterdam in settimana. “Vabbè ma l’esodi porteno male se sa…oggi che semo de meno…” .

Perugia-Roma 1-0, gol di Miccoli, uno dei gioielli della banda di Cosmi che concluderà appena sotto la Roma in classifica.

Nella stagione 03-04 finisce l’incubo Renato Curi, e finisce anche la permanenza in serie A degli umbri. La sfida cade l’11 gennaio 2004, e la Roma è in testa al campionato tallonata dal Milan di Ancelotti che si è imposto all’Olimpico solo cinque giorni prima. È di nuovo esodo giallorosso, forse il più ingente mai visto in questo impianto. “E ma dopo che avemo perso cor Milan crollamo, poi capirai sto stadio porta pure zella…”.

E invece no. Si vinse. Dopo quasi 30 anni. Bastò un gol di Amantino Mancini in apertura. Un romanista sprovveduto avrebbe potuto pensare che sfatato il tabù Renato Curi era fatta per lo scudetto. Milan campione d’Italia, Roma seconda. Perché avete mai avuto un dubbio?

i tifosi romanisti occupano anche parte della tribuna centrale.

Con l’augurio che proprio dallo stadio Renato Curi nasca una stagione con più soddisfazioni di quella che l’ambiente prospetta.

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