Fatica ma vince la Roma a Baku piegando la resistenza di un buon Qarabag. Le reti della gara, tutte realizzate nei primi quarantacinque minuti, portano la firma di Manolas, Dzeko ed Henrique. Grazie all’affermazione odierna, i giallorossi volano a quota 4 in classifica restando momentaneamente imbattuti nel Gruppo C.
CURIOSITÀ
Imperativo: tre punti. Roma e Qarabag arrivano al delicato match di Baku con l’obbligo d’incamerare tre punti per sperare di non essere gettate fuori dalle competizioni europee: con avversari più quotati come Chelsea ed Atletico Madrid, le due avversarie odierne sembrano recitare il ruolo di antagoniste per centrare il terzo posto nel girone valevole per l’ingresso alla fase eliminatoria dell’Europa League. I giallorossi hanno strappato un punto importante nella gara casalinga contro gli iberici di Simeone mentre gli azeri sono stati seppellita a Stanford Bridge (6-0 il finale) dagli inglesi di Conte nel loro esordio assoluto nella fase a gironi della massima competizione europea per club. I capitolini vogliono accalappiare la vittoria per regalarsi delle buone possibilità di competere nel girone mentre il più modesto Qarabag punta ad ottenere un risultato di assoluto prestigio in Champions League.
I risultati europei recenti premiano lo score dei ragazzi guidati da Gurbanov: cinque vittorie e tre pareggi nelle ultime nove gare europee. L’unica sconfitta è stata quella dell’8 dicembre 2016 contro la Fiorentina in Europa League. La Roma, invece, ha vinto due gare esterne su cinque nella scorsa UEFA Europa League, ma in UEFA Champions League non vince fuori casa da 10 partite (qualificazioni incluse, P5 S5). L’unica vittoria nelle ultime 12 trasferte del torneo (P4 S7, qualificazioni escluse) è stata il 3-2 sul Basilea nella fase a gironi 2009/10.
I padroni di casa, però, non hanno un rullino di marcia favorevole con le compagini italiane: su quattro precedenti, gli azeri hanno collezionato 1 pareggio e 3 sconfitte. L’unico risultato positivo è da ricercarsi nella stagione europea del 2014/15: a Baku, l’Inter impattò sullo 0-0 nella fase a gironi di Europa League. I giallorossi non hanno mai affrontato nella loro storia una formazione proveniente dall’Azerbaigian. L’arbitro designato per arbitrare il match europeo è Artur Dias: il fischietto lusitano sarà coadiuvato dagli assistenti Rui Taveres e Paulo Soares. E’ la prima volta che il fischietto lusitano incrocia i giallorossi ma la quarta che arbitrerà un’italiana in Europa. Il bilancio e’ fin qui di una vittoria (Fiorentina-Dnipro 2-1, EL ’13-14) e due sconfitte (Sparta Praga-Inter 3-1, EL ’16-17 e Fiorentina-Borussia Moenchengladbach 2-4, EL ’16-17).
TABELLINO DEL MATCH
Qarabag (4-2-3-1): Kanibotolsky; Guseynov, Medvedev, Rzezniczak, Yunuszade; Michel, Richard; Elyounoussi, Henrique, Madatov; Ndlovu. All. Gurbanov.
Roma (4-3-3): Alisson; Peres, Manolas, Jesus, Kolarov; Pellegrini, Gonalons, Nainggolan; Defrel, Dzeko, El Shaarawy. All. Di Francesco.
Terna arbitrale: Artur Dias (POR); assistenti: Tavares (POR) e Soares (POR).
Marcatori: 7′ Manolas, 15′ Dzeko; 28′ Henrique.
LA CRONACA DEL MATCH
Vincere a tutti costi ritrovare quella dimensione europea (e di Champions) smarrita ormai da tempo: la Roma scopre l’Azerbaigian per la prima volta nella sua storia conscia di dover strappare tre punti fondamentale ai padroni di casa del Qarabag. Gli azeri sognano, di contro, un debutto assoluto fra le mura amiche dello Stadio Olimpico di Baku da poter incorniciare. Il Qarabag pressa alto nei primi minuti ma è la Roma a pungere alla prima occasione della gara: corner di Kolarov, corta respinta della difesa, Pellegrini rimette al centro e Manolas di testa infila Sehic. Giallorossi in vantaggio con il primo goal del greco in Champions League.
Al 15′ la Roma costruisce la seconda occasione del match ed è nuovamente vincente: El Shaarawy serve alla perfezione Dzeko, il bosniaco stoppa e tira di destro, la palla sbatte sotto la traversa ed entra in rete. Doppio vantaggio dei capitolini che, senza fatica, conduce a Baku per 2-0. Al 25′ la Roma è pericolosa su calcio d’angolo, calciato da Pellegrini, con il perentorio stacco di Gonalons, si salva Sehic. Proprio un grave errore del francese ex Lione, riapre improvvisamente il match: Ndlovu ruba palla a Gonalons, assist a Pedro Henrique, libero in area, che batte Alisson in uscita. Primo goal per la piccola società azera nella fase a gironi della Champions.
Al 33′ Peres stoppa la sfera, alza la testa e mette in mezzo trovando lo stacco di El Shaarawy sul secondo palo, Sehic disinnesca la minaccia. La partita, dopo la rete siglata dal Qarabag, è più equilibrato: Jesus deve allungarsi in extremis per chiudere tempestivamente Henrique, lanciato in campo aperto da un compagno di squadra. È l’ultima occasione dei primi quarantacinque minuti di gioco: i capitolini fanno la partita, colgono meritatamente il doppio vantaggio e vengono puniti per un erroraccio di Gonalons. Imperativo fondamentale per il secondo tempo: non perdere la concentrazione.
Inizio secondo tempo positivo per gli azeri, la Roma appare in difficoltà nell’arginare l’esuberanza dei rivali. Tracce degli ospiti al 59′: Kolarov, da posizione defilata, calcia in diagonale trovando i cartelloni pubblicitari. Due minuti dopo, Dzeko lavora benissimo il pallone in area e trova l’inserimento perentorio di Peres, il tiro a colpo sicuro del serbo viene disinnescato dall’estremo difensore del Qarabag.
Si fanno preferire i padroni di casa che, sospinti dal pubblico amico, stanno schiacciando la Roma nella sua metà campo. Al 83′ apertura sulla sinistra per Elyounoussi, il suo tiro non inquadra la porta; risponde la Roma al 87′: De Rossi imbecca Florenzi che dal limite dell’area calcia a giro, semplice la parata di Sehic. Clamorosa palla goal del Qarabag a fine match: colpo di testa di Ndlovu, fuori di un soffio, con Alisson in contro tempo.
È l’ultimo sussulto della gara: la Roma torna alla vittoria in trasferta dopo 7 anni piegando il Qarabag a Baku. I giallorossi volano a quota 4 in classifica mentre gli azeri restano con 0 punti. Il secondo tempo in apnea dei capitolini, però, potrebbe far scattare un piccolo ma importante campanello d’allarme per Di Francesco. Alla ricerca costante di una dimensione europea.
ANDREA MARI
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