Due giorni fa il carrozzone dei sogni chiamato calciomercato ha ufficialmente chiuso i battenti lasciando il posto a gioie, perplessità e paure in tutti i tifosi di calcio. Resta solo il rettangolo verde di gioco ormai, il vero ed implacabile giudice che sentenzierà chi, fra le formazioni italiane, si è mossa meglio nel fertile terreno estivo del mercato 2017. Speranze ed incertezze da certificare attraverso le prestazioni della propria squadra del cuore: fino al mese di gennaio, infatti, nessun club europeo potrà attingere dal supermercato miliardario del calciomercato per correggere eventuali errori estivi di valutazione. Primo settembre, prime sensazioni da analizzare approfonditamente. Quale club esce rinvigorito da questa sessione? Milan protagonista con un mercato scintillante, Juventus ed Inter chirurgiche e Napoli conservatore. E la Roma? Che calciomercato ha imbastito Monchi, nuovo ds dei giallorossi? Cerchiamo di analizzare i movimenti dei capitolini scovando punti di forza e debolezza della nuova rosa targata 2017/18.
IL LAVORO DI MONCHI
Ramón Rodríguez Verdejo, per gli amici Monchi, ha sviluppato le prime trame di mercato da quando è sbarcato a Roma in questa sessione estiva, appena conclusa, di calciomercato. Il dirigente spagnolo è arrivato nella Capitale con un palmarès talmente florido da far letteralmente impazzire gran parte della tifoseria giallorossa: accolto come un grande top player, Monchi ha il compito non semplicissimo di riproporre i successi del Sevilla(soprattutto in campo europeo) anche alla corte di James Pallotta. L’eredità lasciata da Walter Sabatini (zero successi conditi dalla stabilizzazione del club fra le prime tre posizioni del massimo campionato di calcio italiano) preme arcigna sulle mosse passate, presenti e future del nuovo ds arrivato in Primavera dopo aver rescisso il contratto con l’amato club spagnolo.
La prima fase del calciomercato giallorosso non ha certamente stuzzicato i sogni dei moltissimi tifosi romanisti: terminato il prestito di WojciechSzczęsny (finito in seguito dall’Arsenal alla Juventus), Monchi ha avallato le cessioni, puntualmente confermate, di Mohamed Salah (3 presenze e 2 goal in avvio di Premier League) al Liverpool per 50 milioni di euro, di Leandro Paredes (23 milioni dallo Zenit San Pietroburgo di RobertoMancini) ed ha piazzato sempre in Premier, stavolta al Chelsea dell’italiano Antonio Conte, Antonio Rudiger accettando un’offerta complessiva di 38 milioni di euro da Roman Abramovich, ricco patron dei “Blues”. Le cessioni importanti hanno creato una coltre di malumore in moltissimi supporters capitolini generando dubbi più o meno validi per la stagione sportiva in corso di svolgimento. Il poco amore che nutre la piazza romanista per Pallotta, presidente dei giallorossi, ha certamente influito negativamente sull’avvio di calciomercato stentato di Monchi: dopo le cessioni dolorose, però, la Roma ha messo mano al portafogli movimentando significativamente il mercato in entrata. HectorMoreno (primo acquisto dell’era “Monchiana”), il promettente terzino RickKarsdorp, il ritorno dal Sassuolo di Lorenzo Pellegrini, l’acquisto di MaximeGonalons (preso a prezzo stracciato dal Lione), l’arrivo della promessa del calcio turco Cengiz Ünder, Gregorie Defrel, l’esperto Aleksandar Kolarov e Patrik Schick, fiore all’occhiello di tutta la campagna estiva, hanno sostituito (abbondantemente) tutte le perdite della Roma in sede di calciomercato. Almeno numericamente. Il gong è scoccato, il sipario ormai si è abbassato inesorabile per tutti i protagonisti. Acquisti e cessioni, sogni infranti (vedi Riyad Mahrez) e trattative rimaste incompiute. Ora non conta più nulla. Eusebio Di Francesco, nuovo allenatore della Roma, dovrà accontentarsi della rosa attuale, il parco giocatori messo a disposizione dalle liquidità societarie e dal lavoro gravoso operato da Monchi. Arriviamo, così, alle fatidiche domande: “La Roma si è rinforzata oppure no? Qual è il reparto più attrezzato? Quale il più debole?” Cerchiamo di scoprirlo tutti insieme.
DIFESA: COLPI SUGLI ESTERNI, MANCA UN CENTRALE AL POSTO DI RUDIGER?
Monchi ha deciso, giustamente, di rafforzare gli argini della difesa guidata da Alisson, promosso titolare dopo l’addio di Szczesny. Gli acquisti diKarsdorp (attualmente fermo ai box) e di Kolarov hanno elevato il livello di competitività delle corsie laterali affidate a Di Francesco. Se contiamo i brasiliani Emerson Palmieri e Bruno Peres (infortunati anche loro), possiamo certificare il miglioramento dei capitolini sugli esterni. Benzina fresca per mettere le ali giuste al gioco arioso del mister ex Sassuolo. Se le fasce non destano preoccupazioni (infortuni permettendo), il centro della difesa sembra patire qualche sbavatura di troppo dai suoi interpreti principali: i tre goal incassati nei venti minuti finali con l’Inter dopo aver dominato il match in lungo ed in largo, hanno lanciato il primo, vero campanello d’allarme fra i tifosi romanisti. Kostas Manolas, leader assoluto della linea difensiva dopo la partenza sanguinosa di Rudiger, è apparso incerto (soprattutto in fase d’impostazione) in entrambe le gare d’esordio della Roma. La vittoria di Bergamo, con zero goal subiti, aveva insabbiato i problemi difensivi di una squadra “sbadata” nel reparto difensivo: Moreno, acquistato da Monchi per affiancare Manolas nella costruzione della manovra romanista dalle retrovie, sembra non aver convinto il nuovo tecnico giallorosso che, nelle prime gare di Serie A, ha deciso di non schierare il capitano del Messico.
Il posto lasciato momentaneamente vacante dal calciatore sudamericano è stato conteso da Juan Jesus (il migliore contro l’Atalanta) e Fazio; proprio l’argentino (dopo settanta minuti praticamente perfetti) non è apparso irreprensibile nelle marcature degli avanti interisti lasciando, in coabitazione con il centrale greco, fatalmente Mauro Icardi in grado di battere a rete. Luciano Spalletti, ex tecnico dei giallorossi, ha messo a nudo la fragilità part-time della sua vecchia squadra: è vero, infatti, che per larghi tratti di match la Roma ha letteralmente dominato i rivali nerazzurri ma un club che ambisce alla gloria non può incassare facilmente tre reti in pochissimo tempo.
Le difficoltà difensive patite con i milanesi, in parte anche a Bergamo, suggerivano un tempestivo ritorno di Monchi sul campo, reso scivoloso dal passare dei minuti, del calciomercato: il sostituto del tedesco ex Stoccarda, di fatto, non è mai giunto a Trigoria e la Roma sembra averne risentito almeno in parte. Ai giallorossi manca terribilmente un innesto nella retroguardia oppure i movimenti armonici dei difensori? Il Napoli di Sarripotrebbe essere la risposta a questo tormentante enigma: la difesa azzurra, infatti, non è certamente la più invidiata d’Europa. Gli interpreti principali dei dettami tattici del tecnico ex Empoli sono Koulibaly (criticato con Benitezin panchina) ed Albiol. Non esattamente il non plus ultra dei centrali difensivi. Eppure, sotto la guida di Sarri i due calciatori sono cresciuti esponenzialmente diventando in breve tempo una delle coppie più affidabili di tutta la Serie A. Movimenti perfetti di squadra oppure la mancanza di un vero, grande campione pronto a sorreggere l’intera linea arretrata? A Di Francesco la soluzione del quesito…
L’ABBONDANZA DEL CENTROCAMPO: SEI ELEMENTI PER PUNTARE IN ALTO
Signori e signore, benvenuti nell’abbondanza romanista. Di Francesco ha a disposizione il centrocampo più forte della Serie A? Difficile dirlo. Certamente dal calciomercato estivo, la Roma viene fuori con una folta e completa linea mediana. Il centrocampo dei capitolini ha tutto: la regia di De Rossi, l’esperienza di Gonalons, l’esplosività di Nainggolan, il carattere diStrootman, la freschezza atletica di Pellegrini, il genio tutto da scoprire diGerson e la possibilità di poter inserire nelle rotazioni un top (jolly) player come Alessandro Florenzi. Sei interpreti più uno per accamparsi nei lidi alti della classifica. La cessione di Paredes (23 milioni) ha generato gli acquisti di Gonalons e Pellegrini ponendo il centrocampo dei giallorossi nell’Olimpo dei top club europei. Nessuno, o quasi nessuno, può permettersi una rotazione completa ed efficace del centrocampo come il club di Pallotta. Estro, esperienza e grinta da mixare accuratamente per affrontare al meglio il triplo impegno stagione che vedrà impegnata la Roma. Gli uomini che graviteranno nel centro del campo capitolino avranno il compito ingrato di traghettare la squadra verso i traguardi prestabiliti in virtù dell’elevato tasso tecnico messo a disposizione di Di Francesco. Il tecnico ex Sassuolo potrà contare su ruote motrici di razza per scalare, senza troppi problemi, il monte immaginario della classifica cambiando volto alla squadra in base alle necessità: la Roma potrà essere arcigna e concreta quando la gara lo richiederà, bella e fantasiosa se servirà scardinare le difese avversarie oppure ibrida per disorientare l’avversario con piani tecnico-tattici alternativi e completi. Una Roma camaleontica al centro del campo capace di vincere le partite nella zona nevralgica di gioco. Non è da tutti, in effetti…
COLPO SCHICK, ADDIO MAHREZ
Inutile girarci intorno, impossibile non commentare in primis il nuovo (ultimo) acquisto del primo calciomercato orchestrato sapientemente daMonchi. Patrik Schick è la “ciliegina sulla torta”, per dirla alla Baldissoni, di un mercato prima difficile, poi importante. La punta ceca è uno dei maggiori talenti nel panorama europeo e dopo le visite mediche fallite con laJuventus ed il lungo e serrato corteggiamento dell’Inter, il ds spagnolo è riuscito a scardinare il grimaldello blucerchiato costituito dalle richieste (alte) di Massimo Ferrero, patron della Sampdoria. Il nuovo numero quattordici della Roma porta dietro di sé moltissime aspettative: l’ottimo campionato, il primo in Serie A, disputato con la squadra genovese aveva attirato il forte interesse di tutti i top club italiani ed i dirigenti giallorossi sperano ardentemente di aver prelevato da Genova un talento destinato ad esplodere in brevissimo tempo. Forza fisica, tecnica e senso del goal spiccato: l’ex calciatore dei Bohemians 1905 si avvicina moltissimo al primo Zlatan Ibrahimovic.
La Capitale, d’altronde, era nel destino del giovane talento classe ’96: nel suo ultimo anno romano, Walter Sabatini aveva trattato e bloccato la punta della Repubblica Ceca ma l’affare saltò per un comando secco di Pallotta. Fu questo episodio, uno di una lunga serie, che deteriorò definitivamente i rapporti fra l’attuale dirigente interista ed il numero uno della Roma. L’avvento del calciatore dell’est si è materializzato dopo la definitiva rottura delle trattative con il principale sogno “Monchino” dell’estate: Riyad Maherz. Negoziazioni infinite, aperture e chiusure, dichiarazioni rabbiose del Leicester City e messaggi d’amore lanciati dal calciatore africano hanno condito (stancamente) il periodo estivo del tifoso romanista.
Sul fronte d’attacco sono arrivati, dopo la perdita dolorosa di Salah, Defrel(pupillo del nuovo tecnico romanista) ed il promettente CengizÜnder sbarcato dall’Istanbul Başakşehir dopo aver superato la concorrenza di Juventus e Chelsea. Come per il centrocampo, le bocche da fuoco capitoline potranno contare sul ritorno di Florenzi: sarà Di Francesco a collocare il vice capitano della Roma nella posizione a lui più congeniale. Un attacco atomico che potrà contare, nuovamente, sulle prestazioni del capocannoniere dello scorso anno Edin Dzeko (39 goal stagionali lo scorso anno), sull’estro di Diego Perotti (migliore in campo contro l’Inter) e sugli strappi di Stephan El Shaarawy.
SOMMARIO: ROMA DA 7 IN PAGELLA
Vendere dei punti cardine della tua rosa a prezzi elevati non è mai semplice. Non uscirne ridimensionato è difficilissimo. Monchi ha compiuto la sua prima missione da ds romanista: sistemare il bilancio mantenendo una rosa altamente competitiva. Le prime due giornate, nonostante il KO interno contro l’Inter, testimoniano la bontà del lavoro del nuovo duo al comando della Roma. Lo spagnolo ha donato a Di Francesco una rosa completa, preparata ed ambiziosa ed il nuovo allenatore, fermato da tre pali e dall’assenza ingiustificata del VAR contro Spalletti, sembra aver intrapreso la strada giusta. Vincere a Bergamo non sarà semplice per nessuno del resto e se la fortuna non avesse girato clamorosamente le spalle al pescarese contro i milanesi, saremmo qui a parlare di una squadra a punteggio pieno dopo un inizio di campionato infuocato. Archiviata la sfortuna, la Roma dovrà guardare avanti e pensare all’ennesimo incontro complicato di questo inizio di stagione: dopo la sosta della Nazionale, infatti, i giallorossi sono attesi nel catino infernale del Luigi Ferraris dove incontreranno la Sampdoria, a punteggio pieno dopo le prime due gare. Il 7 è di fiducia: ci rifiutiamo di pensare che le enormi qualità di Monchi e le tattiche consolidate orchestrate dall’uomo che ha portato il Sassuolo in Europa League siano evaporate una volta entrate a contatto con il Ponentino romano. La rosa è di prima qualità, l’inizio incoraggiante. Attendendo il campo, giudice supremo di presidenti, dirigenti, allenatori e calciatori…
ANDREA MARI
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