Sabatini, l’Highlander

Un ruolo che, a Trigoria e sotto la gestione James Pallotta, è diventato pericoloso quasi quanto quello di giocatore della Roma (ricordate l’infinita sessione di crociati rotta, purtroppo ricominciata con Nicolò Zaniolo?). Basta vedere che “fine” hanno fatto tutti i ds dal 2011 in poi: Walter Sabatini, quello più longevo, ha gettato la spugna nonostante sia stato quello che più si è avvicinato a vincere qualcosa. Dopo di lui, il vuoto.
Disastro Monchi

Il disastro Monchi che, dopo essere arrivato a Trigoria con l’appellativo di “miglior ds del mondo” all’inizio del 2017, è poi scappato via con la coda tra le gambe per tornare a Siviglia, probabilmente l’unico posto al mondo dove il ds riesce a lavorare, lasciando alla Roma macerie che stiamo cercando ancora di sgombrare. Senza stare ad elencare la comica sessione e mezza di mercato condotta dallo spagnolo, passiamo avanti. Avanti fino a quando Pallotta ha ingaggiato un braccio di ferro, pagato, con Urbano Cairo e il Torino per portare alla Roma Gianluca Petrachi.
Petrachi, toccata e fuga

Una storia, quella di Petrachi in giallorosso, che si è conclusa dopo soli sei mesi per i dissidi con Pallotta, culminati con il famoso sms inviato all’allora presidente che ha deciso poi di licenziarlo. I frutti della semina del ds leccese li abbiamo visti in minima parte, ma è pur vero che serve tempo, per tutto. Proprio quello atteso da Dan Friedkin, che per la sua nuova Roma ha deciso di scendere in campo in prima persona: un vero segno di rottura con il passato.

Fienga, De Sanctis e gli intermediari
Una sessione senza ds, l’ultima, condotta da Guido Fienga (CEO e unico confermato dal nuovo proprietario, almeno finora), Morgan De Sanctis (ds in pectore) e da un paio di intermediari di mercato “di fiducia”. Un paio di obiettivi raggiunti a fatica, ma la sensazione di incompiutezza resta, anche perchè il futuro di Paulo Fonseca in panchina non è così certo. E se, appunto, i Friedkin dovessero decidere di cambiare il tecnico della Roma, sarebbe bene, anzi benissimo, che lo facesse il prossimo direttore sportivo.

Tutti gli uomini di Friedkin
Adesso la Roma è in piena “caccia”. Dan e Ryan Friedkin, insieme alla loro spasmodica voglia di riservatezza, stanno incontrando personalmente i possibili candidati per il ruolo di direttore sportivo. Il preferito è ancora Fabio Paratici, per cui si attende il prossimo CdA Juve che potrebbe sostituirlo e lasciarlo così libero di accordarsi con un altro club.

Ralf Rangnick

Intriga, e molto, Ralf Rangnick, ex allenatore e direttore sportivo del Lipsia. Scopritore di talenti, per sua ammissione il tedesco “crea valore”. Cioè acquista a poco e rivende a tanto di più: il sogno di ogni presidente moderno, insomma. Era ad un passo dal Milan, che ha poi scelto di andare avanti con Pioli. Il problema principale del tedesco è uno: il suo essere “ingombrante”, cioè dirigere l’intera area sportiva con un allenatore “burattino” scelto da lui.
Luis Campos

Come accade ormai da anni torna ciclicamente il nome di Luis Campos. Da scout di José Mourinho si è messo in proprio fino a far diventare grande il Monaco. Pallotta (e Baldini) aveva già pensato a portarlo alla Roma, ma Campos non vuole muoversi dalla sua base nel Principato di Monaco. Un fattore che lo esclude(rebbe) dalle mire di Friedkin, che punta ad un ds che stia vicino alla squadra giornalmente e conosca certe dinamiche. Potrebbe però “nominare” un ds di sua fiducia, ma non sembra la soluzione preferita al momento.

Berta, Emenalo e Orta
Ci sono poi altri tre nomi. Quello di Andrea Berta, attuale ds dell’Atletico Madrid (con cui ha fatto grandi cose), che ha già declinato l’offerta della Roma. C’è poi Michael Emenalo, ex terzino che non ha lasciato un gran ricordo in campo tra Maccabi Tel Aviv e Stockport Country. Un po’ meglio da direttore tecnico del Chelsea, prima dell’esperienza da ds andata male al Monaco.

E si arriva così a Victor Orta, spagnolo che ha riportato il Leeds in Premier League dopo più di 10 anni, che ha però un grosso problema: è un allievo di Monchi. E, lavorando alla Roma, può essere un handicap mica da ridere. Al momento sono questi i profili candidati per il ruolo di nuovo direttore sportivo. Una scelta che deve essere sì ponderata, ma adesso anche veloce. C’è una stagione (e un mercato di gennaio), da portare avanti.
Lascia un commento