I buoni propositi, le idee, la voglia di cominciare una nuova era, come la stessa Roma ha sottolineato nel proprio sito, passa, inevitabilmente, da un bilancio dell’era appena passata. Sembra che i Friedkin abbiano deciso di lasciare in capo alla società il dottor Fienga, che gestirà il mercato, e dovrà affrontare una vera e propria impresa per sistemare tutto prima della fine della sessione estiva.
Ragionando su due moduli di gioco (il 4-2-3-1 e il 3-4-2-1) ho così provato ad immaginare, ruolo per ruolo, come la Roma è coperta, dove dovrebbe intervenire, sia in entrata che in uscita, e di conseguenza quali priorità avere nel mercato.
Portieri
Pau Lopez ha terminato la stagione nel peggiore dei modi, l’ambiente ha perso fiducia nei suoi confronti, ma è probabile che la difficile impresa di non fare minusvalenza con il portiere spagnolo genererà la possibilità di dargli una seconda occasione. Mirante, paradossalmente, è l’unica sicurezza, ma come secondo portiere, mentre la Roma proverà a piazzare Olsen in tutti i modi. Qui bisognerà puntare su un terzo portiere, rischiare di avere lo svedese come terza scelta, con lo stipendio che percepisce, sarebbe un salasso per le tasche dei giallorossi.
Difensori centrali
Anche solo a prima vista, si nota come il reparto difensivo sia quello meno folto. Juan Jesus era vicinissimo al Cagliari, e probabilmente alla fine lascerà la Roma, Fazio potrebbe andare per un’offerta anche minima che non generi minusvalenza, così resterebbero (con la cessione di Cetin al Verona) di fatto solo due centrali difensivi titolari: Mancini e Ibanez. Seppur giovani e in grande crescita, hanno per forza bisogno di un paio di soluzioni di backup.
Fienga (o De Sanctis?) si stanno muovendo per provare a riportare, in maniera definitiva, Smalling a Roma. Se dovesse fallire la trattativa con lo United, la Roma per forza di cose dovrà comprare un centrale d’esperienza, e provare anche ad allargare il parco di centrali difensivi con una soluzione low cost. Starà poi alla dirigenza e all’allenatore scegliere se questi dovrà essere un giocatore giovane e da far crescere o un “usato sicuro”.
Terzini
La situazione terzini è atavicamente quella peggiore. Kolarov è ormai avanti con l’età, è comunque quello che da più garanzie, ma ultimamente si parla di Inter per lui. La sua “riserva” sarebbe Spinazzola, notoriamente in difficoltà ogni volta che ha giocato a 4, con il grosso limite di essere destrorso pur giocando a sinistra… negli occhi di noi tutti c’è ancora la prestazione disastrosa di Milano contro la squadra di Pioli, forse la gara che più di tutte ha fatto scegliere a Fonseca la via della difesa a 5. Ho inserito fra i papabili in rosa anche il giovane Calafiori, ma ovviamente la Roma non può partire pensando di avere un set di terzini così. L’investimento andrà fatto, nonostante proprio i ruoli dei difensori esterni siano fra i più cari in circolazione.
Sulla destra il dramma diventa quasi commedia… Fra i ritorni dai prestiti, e i giocatori che considero in bilico, paradossalmente quello più vicino alla conferma è Bruno Peres. Florenzi sembra fuori dalle grazie dell’allenatore, Santon non vede il campo da prima del lockdown, Karsdorp è tornato dall’Olanda con una quindicina di gare giocate, ed è anche lui fermo da marzo. Il dibattito tra i tifosi è sempre attivo: molti si chiedono come mai, in queste condizioni, non si continui a puntare su Florenzi, qualcuno vorrebbe riabilitare l’ex Feyenoord, ma di certo la società non potrà non intervenire su questo ruolo.
Mediana
Il reparto più coerente anche ai principi di gioco di Fonseca è di certo la mediana. Diawara è stato il primo giocatore richiesto (ed ottenuto) dall’allenatore portoghese, ed in effetti sembra il profilo più insostituibile fra i tanti. Fino a poche settimane fa si parlava di un possibile scambio con l’Arsenal per Torreira: una prospettiva allettante, che non minerebbe la qualità della rosa e garantirebbe una buona plusvalenza. La pista si è raffreddata, però.

Diawara e Cristante si abbracciano dopo il gol dell’ex Napoli nella trasferta di Torino di luglio.
Veretout è il vero perno del reparto, un grande acquisto di Petrachi, e per forza di cose l’ex Viola dovrà essere un punto di ripartenza, così come Villar, il giovane spagnolo ha impressionato nelle ultime scelte e può solo crescere. Nel suo caso, a mio parere, un prestito sarebbe solo deleterio.
Capitolo Cristante: non ha mai convinto, in qualsiasi ruolo abbia gioco (persino centrale di difesa), piace a Fonseca, ma il tifo romanista lo sta lentamente trasformando in un meme. L’ex Atalanta non spicca per rapidità (sia di pensiero che di gamba), ha problemi nelle scalate in avanti, ha una buona visione di gioco, ma quest’anno è mancato anche il suo contributo in zona gol. Insomma, se fosse possibile inserirlo in una trattativa con qualche squadra italiana, non sarebbe male l’idea di cederlo, per poi puntare su un altro profilo.
Esterni e trequartisti
3 ruoli, 11 giocatori. Se vogliamo cercare l’emblema di quello che non è andato nelle ultime sessioni di mercato, forse lo troviamo qui. Ogni nuovo DS a primo impatto ha provato il colpo sensazionale in questi ruoli, ottenendo il risultato di generare problemi che adesso sarebbero difficili da risolvere per chiunque.
Con l’arrivo di Pedro la Roma acquisisce ulteriore esperienza, qualità, duttilità, aggiungendo un calciatore importante un po’ come aveva fatto nella scorsa sessione di mercato con Mkhitaryan. Anche l’armeno è stato confermato (anche se non abbiamo notizie certe sulle modalità e i costi), e sarà di sicuro un punto di partenza per la Roma 2020-21. Carles Perez, arrivato a gennaio, ha garantito una certa continuità nelle prestazioni, e sicuramente rimarrà ancora a Roma.

Nicolò Zaniolo contro la Fiorentina
Nelle ultime settimane per fortuna si sono affievolite le voci sulle possibili cessioni di Zaniolo e Pellegrini. Improbabile che i Friedkin si presenteranno con una cessione così dolorosa, mentre Kluivert e Under potrebbero essere i sacrificabili. Non considerati da Fonseca nel post-lockdown, sempre più lontani dalla titolarità con una conferma del modulo a 5 (o 3), sono i due che meno hanno convinto e con i quali è più facile fare plusvalenza. Il turco piace molto al Napoli, la Roma ha provato ad imbastire una trattativa per scambio con Milik, ma anche Maksimovic o De Lorenzo sarebbero dei buoni profili da inserire in rosa.
Il tasto dolente si tocca con 3 esuberi pesanti: Perotti, Coric e Pastore. Se Perotti sta cercando in ogni modo di andar via, per chiudere la carriera giocando da protagonista (seppur in campionati minori), le due grosse incognite regalateci da Monchi sono ingestibili. Coric dovrebbe ripartire in prestito, ma a chi serve? In quale categoria? Indecifrabile. Il 27 continua ad intascare comodamente il suo lauto stipendio (il secondo più alto della rosa), e se la sua cessione era già difficile in condizioni normali, adesso che ha subito un intervento importante qualche settimana fa ed è in riabilitazione, diventa persino una mission impossible.
In questo reparto, vedendo il bicchiere mezzo pieno, comunque la Roma non avrebbe bisogno di interventi dopo Pedro. Anzi, una sfoltita sarebbe veramente benedetta.
Attaccante
Il mercato ci ha regalato sempre grosse sorprese, ad esempio, un anno fa eravamo pronti a salutare Dzeko, alla fine rinnovò e restò a Roma. Quest’anno le voci che vorrebbero il bosniaco vicino alla Juventus si fanno sempre più forti… ma se la Roma dovesse veramente cedere l’attuale capitano, avrebbe già individuato il sostituto in Milik.
Così l’attacco dovrebbe essere rivoluzionato, perché oltre alla prima punta Fienga dovrà solo preoccuparsi di trovare un vice. Schick è in uscita e, miracolo dei miracoli, ha acquirenti (il Bayer Leverkusen è in pole position).

Arek Milik, classe ’94. Potrebbe essere lui il futuro della Roma in attacco.
Cosa cambia se si gioca con il 3-4-2-1?
È mia opinione che ai nastri di partenza Fonseca riproporrà il suo 4-2-3-1, ma non è neanche così remota l’idea che continui con il modulo a 5. Di certo costruire una squadra con questo modulo sottolineerebbe ancora di più le lacune della rosa, gli scompensi tra reparto e reparto.
I centrali da comprare diventerebbero 3, o 2 con la possibile conferma di Fazio (sic), Kolarov diventerebbe un jolly della sinistra (qualora restasse), sulla fascia bisognerebbe intervenire con ancora più fretta, e l’assembramento sulla trequarti diventerebbe ancora più preoccupante con un grosso punto interrogativo su Pellegrini: potrebbe trasformarsi in un centrocampista più arretrato?
Si ma… “chi pijamo?”
La priorità andrà ad alcune cessioni, dopodiché se dovessimo stilare insieme una classifica di priorità, direi sarebbe questa:
- Terzini destri;
- Terzino sinistro;
- Centrale difensivo titolare;
- Quarto centrale difensivo;
- Centravanti “di riserva”;
- Mediano, se dovesse andar via Cristante
Con una finestra di mercato così particolare (sarà aperta anche durante le prime giornate di Serie A), una situazione economica da controllare costantemente, una serie esagerata di esuberi e la scelta di lasciare il mercato nelle mani di un dirigente che non è un direttore sportivo con esperienza, sarà importantissimo per la Roma sbagliare poco, fare poche scommesse, cercare calciatori che abbiano bisogno di poco tempo per adattarsi, muoversi con le idee, lavorare con scambi che potrebbero anche alleggerire il passivo, senza toccare i giocatori fulcro della squadra ma soprattutto sempre tenendo in considerazione l’opinione dell’allenatore su ogni giocatore.
Il successo del Bayern Monaco in Champions League ha di nuovo messo in risalto l’importanza dello scouting nel calcio moderno (come se ce ne fosse ancora di bisogno). Da questo punto di vista Petrachi aveva uno staff ben preparato (il famoso database “rubato” al Toro), sarà cruciale capire come si muoverà invece Fienga, in attesa di ufficializzare un DS di ruolo.
Con la solita spada di Damocle del Fair Play Finanziario che pende sulla testa – anche se l’UEFA ha un po’ semplificato le cose per questa sessione di mercato – ci vorrà un grande lavoro di cucito, per consegnare a Fonseca una Roma competitiva, e ci vorrà molta pazienza per una piazza nevrotica e ansiosa come quella romana. Non dimentichiamoci che Smalling (il miglior giocatore della scorsa stagione) arrivò il 30 agosto 2019, quando sembrava tutto finito, così come Mkhitaryan. Non sempre fare tutto di fretta è una buona cosa.
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