ROMA-MILAN 1-2. COSÌ NON VA

Un punto in tre partite. Questo è il bilancio del primo piccolo frammento di stagione giallorossa. Una sosta che arriva come un salvagente lanciato a una squadra che sembra sprofondare in alto mare. Eppure le premesse erano tutt’altre. L’arrivo di Lukaku in settimana sembrava aver ricaricato l’ambiente dopo i due passi falsi con Salernitana e Verona. Ma la Roma di ieri sera è assomigliata per atteggiamento e canovaccio tattico più a una squadra in emergenza a fine stagione. Contando anche le partite finali del campionato passato, siamo a una sola vittoria (con un rigore di Dybala al 90’ conro una squadra poi retrocessa) nelle ultime undici partite di Serie A.

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LA PARTITA
Il Milan si è presentato all’Olimpico con l’ormai rodato 4-3-3 tenendo ancora Krunic in mezzo ai due nuovi acquisti Reijnders e Loftus-Cheek e Pulisic largo a destra al fianco di Giroud e Leao.Roma schierata nel suo 3-5-2 con la linea a tre Mancini-Smalling-LLorente davanti a Rui Patricio, Celik e Zalewski sulle fasce con Cristante e Aouar al fianco di Paredes. El Shaarawy a supporto di Belotti.

I rossoneri dominano il gioco dal primo minuto riuscendo a muovere bene il pallone tra un reparto e l’altro, eludendo senza grossi problemi il timido pressing dei giallorossi e trovando gli spazi da attaccare al momento giusto. È proprio Loftus-Cheek abile a inserirsi tra Aouar e Llorente per procurarsi il rigore che Giroud trasforma dopo soli nove minuti. Ci si aspetta una reazione della Roma (che poco dopo perderà Aouar per infortunio sostituito da Pellegrini) ma il pallino del gioco resta sempre agli ospiti che dominano anche nei duelli individuali. Leao su tutti stravince il suo con Celik ed è proprio il portoghese a siglare con una bella mezza rovesciata la rete del raddoppio rossonero a inizio ripresa. Rivedibile la scelta di mettere il terzino turco con zero minuti in queste prime uscite su uno dei giocatori in assoluto più forte del nostro campionato.

La partita continuerebbe sullo stesso filo conduttore se non fosse per la doppia ammonizione di Tomori che lascia il Milan a difendere con un uomo in meno l’ultima mezz’ora di gara. Anche in questo caso però, così come accaduto a Verona sul doppio svantaggio, la Roma non riesce quasi mai ad essere pericolosa. Le azioni sono sempre caratterizzate da una confusione generale che porta a un costante nulla di fatto. L’ingresso di Spinazzola a sinistra e di Lukaku in avanti ridanno un briciolo di freschezza ed entusiasmo ma il gol che riapre il match arriva troppo tardi.  È il 92’ quando un tiro deviato di Spinazzola supera Maignan regalando un recupero infuocato ma arido di altre occasioni da gol. Il Milan fa filotto con 9 punti su 9 mentre per la Roma è notte fonda.

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COSA NON STA FUNZIONANDO
La Roma sembra già una squadra sfiduciata e poco lucida. La manovra è sempre poco brillante e facilmente prevedibile da parte degli avversari. Offensivamente la Roma cerca sempre l’appoggio lungo su Belotti e sembra rendersi pericolosa esclusivamente sui calci piazzati. Per di più la difesa subisce molto di più rispetto a quanto concedeva lo scorso anno. E questo fa perdere certezze al reparto che è stato il punto di forza nei due anni di Mourinho sulla panchina giallorossa. La media di queste prime tre giornate ci parla di una Roma che ha subito due gol in tutte e tre le uscite. Tanto, troppo.

In mezzo al campo Paredes e Cristante sembrano non funzionare l’uno a fianco all’altro. Qui va riconosciuto che anche la fortuna non sta aiutando, con Sanches e ora anche Aouar ai box e Pellegrini non al meglio. In particolare i primi due sono per caratteristiche coloro che possono portare strappo e qualità ad un reparto che sembra ad oggi basarsi quasi esclusivamente su fraseggi in orizzontale.
Finora sono mancate anche le soluzioni in avanti oltre ai generosissimi El Shaarawy e Belotti. L’arrivo di Lukaku e Azmoun e il ritorno (si spera sin dalla partita con l’Empoli) di Dybala però non potranno più garantire questo alibi.
Infine non si può non considerare la resa altalenante dei quinti. La Roma ha scelto di schierarsi con questo 3-5-2, modulo in cui i due esterni risultano decisivi sia nella fase difensiva ma soprattutto quando poi l’azione si tramuta poi in quella offensiva. Eppure sia a destra tra i vari Kristensen, Celik e Karsdorp che a sinistra con Spinazzola e Zalewski nessuno sembra garantire continuità di prestazioni.

Eppure molti di questi campanelli d’allarme erano emersi già dalla passata stagione, dove a un grande percorso europeo si era affiancato una tremenda fatica ad essere contuinui e performanti anche in campionato. E quando vengono a mancare anche i risultati, il tutto sembra essere più chiaro.

Adesso c’è una sosta che va sfruttata per confrontarsi, ricaricarsi mentalmente e ripartire compatti verso gli obiettivi prefissati. C’è una tifoseria che si sta dimostrando ancora una volta unica e passionale come non mai, riempie lo stadio in casa e in trasferta, si presenta con migliaia di persone a Ciampino per accogliere un nuovo giocatore. E direi che è lecito aspettarsi molto di più rispetto a ciò che finora sta si è visto in queste prime uscite. Perché qui si vuole una cosa sola ed è il bene della Roma. La stagione fortunatamente è ancora all’inizio. Avanti tutti insieme. Con la Roma, per la Roma.
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Studente universitario. Romano e romanista da sempre. Scrivo per passione e per sfogare l'ansia che accumulo ogni partita. Vedrete quindi tanti miei articoli.

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