Al Verano ce sta na tomba troppo spoglia, proprio a du passi da quella de Ferraris IV, nella zona del Bassopiano Pincetto.
É na tomba de più de settanta anni fa, che passerebbe quasi inosservata senza quella dedica: “l’Associazione Sportiva Roma ad imperituro ricordo”.
Ecco l’imperituro ricordo é troppo svanito, tanto indelebile nella storia della Roma quanto cancellato nella memoria de chi lo dovrebbe ricordà coi brividi.
La foto è quella de un regazzino sorridente, una de quelle foto che potrebbe sta ovunque meno che su na tomba, meno che dentro a un cimitero.
Mario Forlivesi, se dici sto nome a un tifoso della Roma probabilmente lo vedrai spaesato, ma na volta nun era così, nel pieno della seconda guerra mondiale, a Roma, ogni regazzino sarebbe voluto diventà Mario Forlivesi.
E invece manco lui ha fatto in tempo a diventallo.
Nel 1944 ce sta la guerra, nun esiste un campionato nazionale, la Serie A é ferma e la Roma gioca il campionato romano di guerra.
La tifoseria é isterica per l’inguista squalifica ad Amedeo Amadei, colpevole di aver preso a calci un guardalinee e le riserve al tempo nun c’erano, quindi quando non poteva giocà il centravanti se buttava dentro quello delle giovanili, che in quella stagione se chiamava Mario e segnava gol a grappoli contro i pari etá.
Gioca Mario allora.
E segna.
Segna tanto, 8 gol in 7 partite che trascinano la Roma alla vittoria del campionato e lui sulla bocca de tutti.
Va come un treno Forlivesi, rapido, tecnico, moderno, è il centravanti del futuro se dice. Se dice.
Nun fará in tempo, se ammala e se ne va nel giro de pochi mesi alla fine de quella stessa stagione.
Muore a 18 anni de meningite e se porta appresso quello che era e quello che sarebbe diventato.
Se porta appresso un pezzo de storia della Roma che sarebbe potuto esse ma che nun é stato.
Quella tomba meriterebbe de esse sempre ricoperta de fiori, perché nun è solo la tomba de un regazzino morto settanta anni fa, li ce so sepolti i sogni e le speranze de chi avrebbe rappresentato La Roma e la romanitá ma nun c’ha avuto tempo.
Mario Forlivesi è un sogno a portata de mano, raggiunto, abbracciato e scivolato via senza che nessuno se ne ricordi mai.

Manuel
Nato nel Delaware per volere della Mafia di Boston, la sua istruzione é stata finanziata coi fondi neri della Massoneria. Il suo sogno nel cassetto é cambiare il cognome in Baldissoni.
Lascia un commento