La vittoria contro il Benevento ha ridato fiducia alla Roma e l’ha preparata nella maniera migliore alla lunga sfilza di impegni che dovrà affrontare la formazione di Fonseca. Il primo di questi è la trasferta di Berna contro lo Young Boys.
Da dove viene lo Young Boys
Lo Young Boys ha vinto gli ultimi 3 campionati svizzeri, con sorprendente regolarità partecipa da quattro stagioni alla fase a gironi di entrambe le competizioni europee, con il picco ottenuto nella stagione 2018-19 (partecipò alla Champions) e con i sedicesimi di finale di Europa League giocati nella stagione 2014-15.
Insomma, non esattamente gli ultimi arrivati, una squadra abituata a vincere e a competere ai livelli più alti che il modesto campionato elvetico può permettere. La formazione giallonera viene da 5 risultati utili consecutivi, e che nelle ultime 13 partite (a cavallo fra le due stagioni) ha perso solo una volta: nei play-off di Champions League contro il Midtjylland.
La squadra è allenata da Gerardo Seoane, ex giocatore del Deportivo La Coruna, storicamente sempre legato ad un altro club elvetico, il Lucerna. Seoane alterna due sistemi di gioco: il 4-3-3 e il 4-4-2. Nell’ultima uscita – un pareggio contro il Servette – è sceso in campo con due attaccanti, e due esterni abbastanza offensivi.
Il giocatore più talentuoso è probabilmente Elia Meschak, dribblomane congolese arrivato prima del lock-down, che parte dalla posizione di attaccante destro, per poi in realtà prendere la palla in zone esterne del campo, puntare l’area, e crossare. Molto particolare il modo in cui occupa l’area lo Young Boys, con l’attaccante Nsame, e i due esterno offensivi Fassnacht e Ngamaleu.

Il movimento di Meschak, l’occupazione dell’area da parte dei compagni
I difetti dello Young Boys sono concentrati principalmente nel centrocampo, lento e poco organizzato per tenere la palle e per organizzare fasi di attacco posizionale durature, poco preciso nell’uscita da dietro.
A livello difensivo la squadra elvetica ha subito solo 1 gol in campionato finora, sintomo di una squadra ben organizzata per difendere, che principalmente decide di abbassarsi e ripartire puntando tutto sui suoi talenti offensivi.
Questo l’unico gol subito in campionato, qualche difficoltà in transizione difensiva ma anche un pizzico di sfortuna in più.
Le insidie per la Roma
Lo Young Boys è una squadra fisica, quadrata, organizzata, magari poco talentuosa, ma abituata a dominare nel proprio contesto.
La Roma dovrà aspettarsi di avere la palla fin dall’inizio, probabilmente non avrà di fronte degli avversari che pressano in maniera asfissiante, ma che proveranno a chiudere gli spazi centrali ed evitare che Pedro e Mkhitaryan – o chi Fonseca sceglierà nella trequarti – tocchino palloni importanti nei mezzi spazi o nelle zone più decisive.
Saranno fondamentali i movimenti della punta (si parla di Mayoral titolare) a venire incontro al gioco, per legare i reparti, attrarre a sé gli avversari e scompensare l’organizzazione difensiva degli svizzeri.
La Roma dovrà anche stare attenta alla fisicità dello Young Boys sui piazzati e sui cross, situazioni che la squadra di Fonseca generalmente soffre.
Le possibili chiavi di Young Boys – Roma
Secondo le ultime notizie la squadra di Fonseca dovrebbe scendere in campo ancora con un 4-2-3-1. In questo caso il portoghese potrebbe accettare l’uno vs. uno contro i due attaccanti dello Young Boys, a meno che il collega sull’altra panchina scelga a sua volta il 4-3-3.
Potrebbe essere della gara Villar, che ha brillato nei pochi minuti giocati contro il Benevento per l’intelligente hockey pass che ha portato al gol del 4-2, e per la gestione in generale della palla e del centrocampo. Lo spagnolo potrebbe essere una scelta importante per provare a scardinare la difesa avversaria con la sua visione di gioco. Sulla destra il ballottaggio Peres-Santon sarà vinto probabilmente dal brasiliano, che concederà difensivamente, ma potrebbe essere la scheggia impazzita difficile da controllare proprio sul lato più offensivo dello Young Boys.
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