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Una Roma sempre più all’attacco

Tra la fine della scorsa stagione e l’inizio di questo nuovo (e strano aggiungerei) campionato, uno dei dati più interessanti che è emerso è quello relativo ai gol, confermato di fatto dai numeri: già nelle ultime dodici partite della passata edizione, infatti, erano state segnate 392 reti contro le 326 della stagione precedente nello stesso periodo e, come se non bastasse, in questi primi quattro turni i gol messi a segno sono stati 136 in 37 gare, per una media di 3.67 a partita. Cifre mai viste prima d’ora in Serie A. La domanda sorge spontanea: attacchi troppo forti o difese non all’altezza?

Tra le squadre con media gol più alta ecco la Roma, fresca della cinquina rifilata al Benevento, che vanta una media di 2,7 gol a partita. Sin dalle prime uscite la qualità offensiva dell’organico di mister Fonseca è venuta a galla, anche nello 0-0 (diventato poi 0-3 a tavolino) contro il Verona i trequartisti si erano mossi e trovati molto bene, in quel caso però era venuta a mancare la finalizzazione, un dato giustificabile però dall’assenza di Dzeko, rimasto in panchina per le vicissitudini di mercato e sostituito da un adattato Mkhitaryan.

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L’importanza di Dzeko
Non è un caso che il ritorno al gol (doppietta) del bomber di Sarajevo sia coinciso con la prima vera goleada stagionale della Roma, a sottolineare ancora una volta l’importanza del suo centravanti. Dopo un’estate che l’ha visto protagonista di un addio quasi sempre più certo, il bosniaco alla fine è rimasto ancora una volta nella capitale al servizio di Fonseca. Proprio in merito a Fonseca si era parlato di una possibile rottura tra i due, in particolar modo in seguito alla tanto chiacchierata panchina di Verona, ma il portoghese ha smentito tutte le voci su una possibile incomprensione e per di più ha speso parole di elogio per il suo giocatore. Anche da parte dei suoi compagni non sono mancati complimenti e attestati di stima sia dai giocatori già presenti in rosa sia dai nuovi arrivati; basta prendere le parole di Smalling nella conferenza stampa di presentazione ( “Per quanto riguarda la fascia: sicuramente posso essere uno dei leader in campo e aiutare i ragazzi giovani, ma il nostro capitano è Edin Džeko. Ogni squadra al mondo vorrebbe un capitano come Edin.”) o quelle di Borja Mayoral (“Non mi sento di essere il secondo di Edin. Voglio imparare da lui e penso che ci giocheremo il posto con una sana concorrenza. Ci completiamo e potremmo assolutamente giocare insieme.”), a testimonianza di quanto sia rispettato e fondamentale all’interno dello spogliatoio.

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Qualità sulla trequarti
Pedro, Mkhitaryan, Pellegrini, Carles Perez e, quando l’infortunio sarà smaltito, Nicolò Zaniolo: considerando l’impiego di Pellegrini in posizione più arretrata, la Roma quando sarà al completo dovrà scegliere solo due tra questi giocatori per agire alle spalle del suo centravanti. La qualità non manca certamente, anzi, l’affiancamento di due giocatori esperti come Pedro e Mkhitaryan a due giovani talenti come Perez e Zaniolo non solo potrà giovare e far crescere ulteriormente questi ultimi due, ma permetterà alla Roma di poter sorprendere gli avversari e rendersi imprevedibile a livello offensivo sia dal primo minuto sia con eventuali subentrati a partita in corso. La partita contro il Benevento è la dimostrazione perfetta: Pedro e Mkhitaryan titolari a sfornare gol e assist assieme a Dzeko (2 gol il bosniaco, 1 lo spagnolo, 2 assist e un gol annullato invece per l’armeno) e Carles Perez dalla panchina a mettere la ciliegina sulla torta. All’appello potremmo aggiungere ancora la qualità di Pellegrini e Villar, ambedue da poter schierare nell’evenienza sulla trequarti ma per ora impiegati principalmente sulla linea mediana. Resta l’incognita Pastore, giocatore dalle indubbie qualità tecniche, che sembra però essere sempre più ai margini del progetto Roma a causa dei frequenti infortuni che ne hanno influenzato il rendimento, tanto che si parla di una possibile risoluzione del contratto anticipata, anche se non ci sono ancora conferme.
Infortuni a parte, la Roma, dopo aver ceduto nella sessione di calciomercato appena conclusa tre esterni come Kluivert, Under e Perotti, ha scelto di affidarsi a giocatori offensivi in grado di esprimersi al meglio nel 3-4-2-1 o 4-2-3-1, una netta presa di posizione sul modulo e sullo stile di gioco che vedremo quest’anno. Le premesse finora sembrano essere buone, ma come sempre saranno il campo e i risultati a darne la definitiva conferma.

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Studente e grande tifoso della Roma. Ho iniziato a seguire bene tutte le partite dal 2009, l'ultimo trofeo della Roma risale al 2008. Sono anche uno di quelli che ha esultato su Facebook per l'arrivo di Iturbe e Schick sbeffeggiando gli juventini. L'unica volta che sono stato a Trigoria ho scoperto che i giocatori erano in vacanza. E per finire mi è passato Nainggolan dietro ma non l'ho visto perchè stavo in fila per farmi la foto con Monchi. Alla vita dico: "Cosa t'ho fatto de male?".

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